Politica

Meeting Rimini, Renzi: “Non volevo venire, ma è stata esperienza profonda”

Il presidente del Consiglio dice che è all'appuntamento di Comunione e Liberazione per la prima volta, ma si dimentica che partecipò nel 2008. Salendo sul palco con Denis Verdini

“Io non volevo venire al Meeting di Rimini ma non per un fatto ideologico: i miei precedessori a Palazzo Chigi hanno sempre partecipato, anche i miei precedessori alla guida del centrosinistra in effetti, ma venivano considerando questa una importante piazza politica; per me è diverso: vi ho incontrato in una esperienza personale, profonda”. Matteo Renzi tenta di incantare così la platea di Comunione e Liberazione. Ci sono almeno cinquemila persone ad ascoltarlo. Nelle prime file rimangono vuote solamente due sedie: quelle riservate al presidente della Rai Monica Maggioni.

La platea regala qualche applauso al premier, rispondendo alle parole scandite per ottenerli. “Noi salviamo vite umane anche se perdiamo qualche voto: è una questione di civiltà”, dice riferendosi alla Lega che vorrebbe bloccare gli immigrati. Un’altra frase che scalda la platea è quasi un autogol: “Il Paese continua ad andare avanti nonostante la politica”. Ma ovviamente Renzi si riferisce agli altri, ai “professoroni” e “critici”, a Matteo Salvini ma non risparmia il solito attacco alla sinistra. “Mi fa ridere chi dice che se non c’è l’elezione diretta dei senatori è a rischio la democrazia. Non è che devi votare tante volte per avere più democrazia, quello è il telegatto non è il Senato”. Ancora: “Non è moltiplicando le poltrone che moltiplichi la democrazia, moltiplicando le poltrone si fanno felici i politici non la democrazia. Questo dibattito è incredibile, incredibile”. Nemici però anche i giornalisti, la stampa e “i resoconti fantasiosi che riporteranno domani sulla mia presenza qui tra voi”. Afferma che l’Italia deve ritrovare l’ottimismo e uscire dal “racconto odioso e litigioso che tutti i giorni ci fanno i talk show”. E ciò che quasi lo spingeva a non presentarsi, aggiunge, “è il timore che la mia visita si riduca a un conto di quanti applausi ho ricevuto” ma, dice, “è un rischio che ho deciso di correre”.

E l’applauso arriva. Parla come se fosse la sua prima volta al Meeting, dimenticando che in realtà aveva già partecipato nel 2008 sul palco insieme a Denis Verdini. Oggi è premier e segretario del Partito Democratico, allora era solo il presidente della Provincia di Firenze. Il dibattito era su Graziano Grazzini, un ex democristiano convertito sulla via di Forza Italia e ciellino di stressa osservanza dongiussaniana. Qui lo veneravano. Renzi lo sa. E infatti lo cita ricordando un sms che aveva inviato per ringraziare: “Lieto e grato”. Dice il premier: “Quel lieto e grato, quanto mi ha insegnato Graziano”.

Tra qualche aneddoto e la promessa di ridurre le tasse (“ma non per motivi elettorali”) Renzi parla per un’ora. Poi alle 14 esatte scende dal palco ed esce per andare a Pesaro. Ma all’auto blu è costretto all’incontro che in mattinata aveva evitato in ogni modo: quello con l’ex ministro Maurizio Lupi che si fa accompagnare da Vignali, parlamentare di Ncd ed ex presidente della Compagnie delle Opere. Renzi concede a Lupi un buffetto, un abbraccio ma neanche una parola che invece preferisce scambiare con Vignali. Del resto per lui l’accoglienza è stata ottima. Già alle nove del mattino la fiera era chiusa per aspettarlo.

Tutto blindatissimo. Si entrava solo con pass di riconoscimento. I visitatori hanno potuto varcare l’ingresso dalle 11 quando i cordoni umani composti dai quasi tremila volontari in maglietta verde avevano già transennato e delimitato le aeree e i percorsi che Renzi avrebbe dovuto seguire. Lui è arrivato pochi minuti dopo le 11, scortatissimo. Ha visitato lo stand dell’Emilia Romagna, quello del salone del mobile e infine la mostra allestita dal Meeting su piazza del Duomo di Firenze. Qui si è fermato con qualche bambino, ha concesso i soliti autoscatti ma è dovuto scappare subito perché una persona gli ha gridato: “Quando vi abbassate gli stipendi? Lei e tutti i politici, quando?”.

Non è stata l’unica noia. Anche la presenza di Lupi ha infastidito non poco Renzi che ha cercato in ogni modo di evitarlo. Si è ritrovato l’ex ministro ovunque, quasi fosse un cartonato. Anche prima di entrare all’incontro con alcuni imprenditori capitanati da Snaidero. Lupi era lì fuori, ad aspettarlo. Questa del resto era casa sua. Ma il popolo di Cl pare aver dimenticato rapidamente i propri figli. E con altrettanta rapidità ne ha trovato uno perfetto da adottare.