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Turchia, bomba nel sud-est: otto soldati morti. A Istanbul spari contro palazzo di Dolmabahce

L'ordigno è esploso al passaggio del mezzo su cui viaggiavano i militari. Secondo i media l'attentato è stato compiuto dal Pkk. L'edificio preso di mira nella città del Bosforo ospita l'ufficio del primo ministro Ahmet Davutoglu. Aperto il fuoco contro poliziotti. Agente leggermente ferito. Arrestati due sospetti. "Sono del Dhkp-c"

Due attacchi tornano a scuotere la Turchia. Come pochi giorni fa, i bersagli presi di mira dagli attentatori sono poliziotti e soldati. Non ci sono ancora rivendicazioni, ma i sospetti degli investigatori si concentrano sui gruppi di estrema sinistra dopo gli attentati della scorsa settimana e l’escalation militare che Ankara ha scatenato contro il Partito dei lavoratori curdi nel sud-est del Paese. Non solo. L’offensiva arriva nel giorno in cui si è ufficialmente aperta la strada per il voto anticipato.

Bomba contro i soldati a Siirt: otto morti
Almeno otto militari sono rimasti uccisi per l’esplosione di una bomba scoppiata al passaggio del mezzo sui cui viaggiavano. L’attentato è avvenuto nella provincia sudorientale di Siirt. Lo riferisce l’agenzia di stampa statale Anadolu. Secondo i media locali la bomba sarebbe stata piazzata da militanti del Pkk, organizzazione al bando nel Paese e inserita nelle liste nere del terrorismo. Sempre oggi, un soldato è morto per le ferite riportate negli scontri avvenuti martedì 18 agosto con miliziani del Pkk curdo nella provincia sudorientale di Diyarbakir. Si tratta del luogotenente della gendarmeria Hubeyib Turan. Il numero dei militari uccisi in due giorni nell’area sale così a quattro. Gli scontri erano iniziati lunedì sera per rimuovere alcuni blocchi stradali imposti dal Pkk lungo la strada che collega Diyarbakir e Bingol.

Istanbul, spari contro il palazzo di Dolmabahce: due arresti
Mentre a Istanbul, intorno alle 14 e 45, due uomini hanno lanciato bombe a mano e sparato con armi automatiche contro i poliziotti di guardia davanti il palazzo di Dolmabahce, che ospita alcuni uffici della presidenza del consiglio, tra cui quello del primo ministro Ahmet Davutoglu, ed è anche uno dei siti di interesse turistico di epoca ottomana che si trova nel quartiere di Besiktas. Uno degli agenti è rimasto “leggermente ferito” durante l’attacco. Due sospetti sono stati bloccati nei pressi del vicino consolato tedesco. Quando sono stati arrestati avevano addosso una bomba a mano e una pistola. Secondo gli inquirenti fanno parte del gruppo fuorilegge Dhkp-c (Partito-Fronte di liberazione del popolo rivoluzionario), la stessa sigla che ha rivendicato l’assalto al consolato degli Stati Uniti del 10 agosto sempre a Istanbul, oltre che il sequestro e l’uccisione del procuratore Mehmet Selim Kiraz, che indagava sulle violenze seguite alle proteste di Gezi Park. Soltanto ieri notte, sempre a Istanbul, un 17enne è morto nel quartiere popolare di Esenler dopo i violenti scontri tra polizia e sospetti militanti dell’Ydg-h, gruppo armato giovanile del Pkk curdo.

Attacchi nel giorno in cui si apre la strada verso voto anticipato
Gli attacchi arrivano mentre il Paese vive una situazione politica delicata. “La Turchia si sta dirigendo rapidamente verso nuove elezioni. C’è bisogno di una soluzione che includa la volontà popolare”, ha detto il presidente Recep Tayyip Erdogan dopo che ieri sera il premier incaricato Ahmet Davutoglu aveva rimesso il mandato nelle sue mani. Oggi il capo dello Stato ha aperto la strada verso il voto anticipato incontrando il presidente del parlamento, Ismet Yilmaz, e negando un nuovo incarico a Kemal Kilicdaroglu, leader della seconda forza alle elezioni del 7 giugno, il socialdemocratico Chp: una mossa che l’opposizione giudica “golpista“. Ma il presidente punta dritto alle urne in autunno. Se a deciderlo sarà lui, la Costituzione prevede un governo elettorale con tutti i partiti, incluso il filo-curdo Hdp. Con un via libera del parlamento, invece, il suo Akp potrebbe restare in sella. Il modo migliore per affrontare una campagna elettorale che per Erdogan pare già iniziata: “Se moriremo – ha detto oggi – moriremo una volta ma da uomini”.

Dieci giorni fa attacchi contro poliziotti e soldati
Anche se al momento non risulta che ci sia una regia unica né rivendicazioni, i due attacchi arrivano a distanza di dieci giorni dalla serie di attentati che hanno colpito la Turchia firmati da sigle di estrema sinistra. Il 10 agosto, infatti, a Istanbul una bomba aveva distrutto parte dell’edificio dove ha sede la stazione di polizia di Fatih nel distretto di Sultanbeyli causando il ferimento di cinque poliziotti e due civili. L’attentato era stato rivendicato dal gruppo Hsb (Unità di difesa del popolo), un gruppo di recente creazione. Una manciata di ore dopo, alcuni uomini avevano sparato contro il consolato Usa. Questa volta la paternità se l’era presa il Dhkp-c. Altri attentati si erano registrati a poche ore di distanza nella provincia sudorientale di Sirnak, a una manciata di chilometri dal confine con Iraq e Siria e nella provincia di Diyarbakir, nella Turchia sudorientale. Ad agire i miliziani del Pkk. E ancora una volta gli obiettivi erano stati soldati e poliziotti.

Escalation di violenza dopo l’offensiva di Ankara contro Pkk
L’escalation di violenza tra forze dell’ordine, esercito e gruppi di estrema sinistra arriva dopo che Ankara ha lanciato quella che ha definito una “guerra sincronizzata contro il terrorismo”. A partire dal 24 luglio, infatti, l’esercito turco ha lanciato un’ondata di raid contro le postazioni dello Stato Islamico in Siria e del Pkk nel nord dell’Iraq. Ma secondo il Pkk, la strategia del presidente Erdogan, “i turchi sostengono di combattere lo Stato islamico, ma in realtà stanno combattendo il Pkk”.