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Usa, agente di polizia in prova uccide giovane afroamericano disarmato

A un anno dall'omicidio a Ferguson, in Texas un poliziotto spara e uccide sul colpo un 19enne senza armi che con il suo Suv aveva spaccato la vetrina di un concessionario d'auto ad Arlington, si presume per una rapina. L'agente è stato sospeso, è caccia alle registrazioni che potrebbero chiarire la dinamica

Negli Usa riesplode la questione della violenza della polizia nei confronti degli afroamericani. A un anno dall’omicidio di Michael Brown a Ferguson, un altro giovane afroamericano disarmato è stato ucciso da un agente (nella foto la vittima e il poliziotto). È successo ieri ad Arlington, in Texas. Secondo le prime ricostruzioni, Christian Taylor, 19 anni, si sarebbe schiantato con la sua auto, un Suv, contro la vetrina di un concessionario d’auto. Allertati per una presunta rapina, ha spiegato il portavoce della polizia Paul Rodriguez, gli agenti sono arrivati sul luogo e hanno affrontato il giovane, membro della squadra di football della Angelo State University, che sarebbe entrato nel negozio. “C’è stata una lite e un poliziotto ha sparato con la sua arma e ferito il sospetto”, ha aggiunto Rodriguez, secondo quanto riporta il quotidiano locale ‘Fort Worth Star-Telegram’.

Taylor, che era disarmato, è morto sul colpo, come confermato dal rapporto del medico legale. L’ufficiale coinvolto nella sparatoria è stato invece identificato come Brad Miller, 49 anni, entrato nel corpo di polizia meno di un anno fa e senza precedenti esperienze nelle forze dell’ordine. Miller è stato sospeso in attesa dei risultati delle indagini: “una procedura di routine”, ha detto il portavoce Rodriguez. La polizia ha sostenuto di non aver trovato alcun video utile dalle telecamere di sicurezza del concessionario, mentre quelle del parcheggio mostrerebbero il giovane Taylor che compie atti vandalici contro le auto ferme.

Lo zio di Taylor, Clyde Fuller, ha detto che il nipote era “un bravo ragazzo” e un “atleta di talento”, non stava rubando un’auto né altro, “qualcuno sta mentendo su come sono andati i fatti”, ha aggiunto, parlando con il giornale texano. Il caso arriva in un momento in cui le forze dell’ordine americane sono nel centro della bufera dopo la morte di diverse persone di origini afroamericane per mano della polizia. Era l’agosto del 2014 quando l’uccisione di Michael Brown a Ferguson, in Missouri, scatenò le prime, violente proteste, riaccendendo le tensioni razziali nel Paese.