Società

Dagli imprenditori edili ai gelatai: ‘Riemergo’, per ricominciare dopo la crisi

Nata nel marzo 2014, l'associazione aiuta chi vuole uscire dalla spirale dell’indebitamento, recuperare l’attività se possibile, oppure ripartire da zero. Tre sportelli, a Milano, Novara e Lodi. "Carte revolving e continue richieste di prestito in banca spesso illudono di uscire dal tunnel, ma in realtà provocano solo altri danni"

Crisi, debiti, sfiducia. Rialzarsi è dura, ma non impossibile. Il primo errore da non fare è “tenere nascosto il fallimento e agire di testa propria quando la situazione è ormai fuori controllo”, spiega Alessandra Paci, avvocato tra i fondatori di “Riemergo”, associazione nata nel marzo 2014 che aiuta privati e imprese a uscire dalla spirale dell’indebitamento, recuperare l’attività se possibile, oppure ripartire da zero. Tre sportelli, a Milano, Novara e Lodi. E un team di otto esperti volontari. In cantiere c’è una collaborazione con il Comune di Milano, che sul proprio portale web ha già segnalato il servizio. Di grande utilità sociale.

“In un anno abbiamo seguito un centinaio di casi, di cui otto risolti con successo. Gli altri sono in corso d’opera, le pratiche più complesse richiedono parecchio tempo, è inevitabile. Il 60 per cento sono artigiani e imprenditori in bancarotta, il resto privati in stato di insolvenza, che non riescono a pagare la rata del mutuo della casa o della macchina”. Soprattutto uomini, quarantenni e cinquantenni. Imprenditori edili, elettricisti, piastrellisti, gelatai, librai, commercianti, stampatori.

I settori insomma messi in ginocchio dalla crisi dei consumi. Uomini e donne che avevano un tenore di vita alto, la seconda casa al mare o in montagna, viaggi, ristoranti. Ora nel panico, hanno paura, e non sanno più da che parte girarsi. Spesso il tracollo finanziario colpisce tutta la famiglia. L’avvocato cita un esempio. “Il marito è titolare di un’azienda che è andata a rotoli, la moglie è dipendente statale e ha ceduto parte dello stipendio alla banca per saldare il buco. Hanno due figli, soci del padre, che rispondono quindi dei beni della società come se fossero loro. Una famiglia sul lastrico. Con due case, ipotecate, che rischiano di finire all’asta. È da anni che accumulano debiti, con carte revolving e continue richieste di prestito in banca. Due strumenti che illudono la gente di uscire dal tunnel ma in realtà provocano solo altri danni. Se ci avessero contattato prima oggi la loro situazione sarebbe meno grave”.

I tre consigli dell’associazione Riemergo per chi ha perso quasi tutto sono: evitare la corsa al finanziamento perché è nociva, chiedere aiuto a un esperto (e non fare da soli!), essere disposti a mettere in vendita i propri averi. “Le famiglie – aggiunge Paci -, di solito sono restie a farlo, ma è l’unico modo per sbloccare la situazione”. Riemergo conta quattro soci in tutto. Oltre all’avvocato, suo marito Massimo Calì, ex imprenditore, oggi consulente aziendale.

E poi Ivan Piccoli e Mariapaola Negri, counselor entrambi. Come si fa a chiedere aiuto? Basta scrivere una mail a info@riemergo.org. Oppure chiamare al numero di telefono di uno tre sportelli (sul sito). Il primo appuntamento è gratuito. Il team fa un’approfondita valutazione del caso e offre al cliente una o più strategie. A questo punto, “qualcuno decidere di metterle in pratica in autonomia, altri invece chiedono la nostra assistenza. Le tariffe sono solidali, variano in base al carico e al valore dei debiti. Circa 500 euro per gestire 2-3 posizioni debitorie da 30mila euro”.

La legale insiste che le leggi possono venire in soccorso di queste persone ma spesso vengono ignorate. “La legge 3 del 2012 non viene quasi mai applicata purtroppo. Ma consente a tantissimi imprenditori di uscire dai guai. Prevede infatti tre procedure rivolte sia a privati che a imprese fino a 200mila euro di fatturato negli ultimi tre anni, quelle che non possono neanche fallire perché il procedimento costerebbe troppo. La prima riguarda il debitore privato, al quale viene concesso di estinguere il debito a rate o pagando solo il 20 per cento in tre anni. La seconda, dà la possibilità alle piccole aziende di fare un accordo con i creditori approvato con la maggioranza del 60 per cento. Con la terza privati e imprese ricorrono a un liquidatore che si occupa di vendere i loro beni, e anche se il valore delle vendite non copre quello dei debiti, la differenza viene cancellata”.

L’associazione si sta dando da fare per attivare una sede anche a Roma e integrare il servizio con un supporto psicologico. Mani tese dal Comune di Milano, si diceva, che ha fiutato subito l’importanza dell’iniziativa, e insieme a Riemergo nei prossimi mesi aprirà degli sportelli per aiutare le persone sovraindebitate e darà il via a un corso di educazione finanziaria per sensibilizzare i cittadini ai rischi della crisi.