Politica

Ddl Penale, governo insiste su limite 3 mesi a inchieste. Ma dal Pd passo indietro su registrazioni nascoste

Il voto sulle modifiche al disegno di legge delega inizia il 28 luglio, ma l'esecutivo non cede sul limite temporale alle indagini nonostante l'allarme dei magistrati. Intanto il Partito democratico ha depositato una richiesta di modifica per "riparare" alla norma introdotta da Ncd in un blitz notturno in commissione Giustizia: si esclude la punibilità per chi utilizza immagini o audio sottratti di nascosto in inchieste giornalistiche o per la difesa personale

Il governo insiste sul limite dei tre mesi alle inchieste, mentre il Pd fa retromarcia sul carcere ai giornalisti che fanno registrazioni nascoste. Il 28 luglio il Parlamento inizierà il voto sul disegno di legge delega sul Processo penale e resta per il momento inascoltato l’allarme dell’Associazione nazionale magistrati e del procuratore di Reggio Calabria Nicola Gratteri al Fatto Quotidiano sulla durata delle indagini che d’ora in avanti sarebbe bloccata ad un limite di 3 mesi senza possibilità di proroga. “Una sciocchezza”, ha detto Gratteri, “impossibile fare un’indagine per mafia o terrorismo in così poco tempo”. Proprio su questo punto il Movimento 5 Stelle tenta la mediazione: “Se il governo ritira l’emendamento sui 3 mesi, quello sulle registrazione nascoste e la delega sulle intercettazioni siamo pronti a ritirare le nostre 600 richieste di modifica. Una riforma piena di trappole che sembrano studiate appositamente per andare contro i cittadini e favorire poteri forti e criminalità, speriamo che la maggioranza possa ripensare ad alcuni punti del testo o faremo opposizione senza tregua”. Intanto il viceministro Enrico Costa ribadisce che “il testo non è blindato e in Aula ci saranno migliorie”.

Video di Francesca Martelli

Intanto oggi è stato depositato un emendamento a firma Pd (David Ermini e Walter Verini) per tentare il passo indietro dopo il blitz notturno di Ncd in commissione Giustizia, che esclude la punibilità per chi raccoglie immagini o audio senza il consenso dell’interessato non solo nel caso in cui vengano usati in un’inchiesta giudiziaria, ma anche in un’inchiesta giornalistica o per la difesa personale. “Credo”, ha commentato il ministro della Giustizia Andrea Orlando, “che anche la rapidità con la quale si è ritenuto di dover riscrivere la norma dimostri che non c’era alcuna volontà di colpire la stampa. Spero si arrivi all’approvazione prima della pausa estiva”.

Rispetto al testo contenuto nel disegno di legge con l’emendamento Ermini-Verini viene cancellata la durata minima della pena (6 mesi) e viene, invece, fissata solo la durata massima (4 anni). E ancora: oltre all’esclusione della pena per il diritto di cronaca è stato aggiunta l’esclusione del carcere per chi l’utilizza video, registrazioni e intercettazioni fatte di nascosto per la difesa personale. Non solo, la richiesta di modifica del Pd precisa che tra le registrazioni “fraudolente” dovranno essere considerate anche quelle “telefoniche”. Domani alle 14,30 si riunirà il comitato dei nove della commissione Giustizia per l’esame degli emendamenti. Le votazioni in aula potrebbero iniziare tra domani pomeriggio e mercoledì.

Nel testo dell’emendamento depositato in aula alla Camera si legge: “Prevedere che costituisca delitto, punibile con la reclusione non superiore a quattro anni, la diffusione al solo fine di recare danno alla reputazione o all’immagine altrui, di riprese audiovisive o registrazioni di conversazioni, anche telefoniche, svolte in sua presenza ed effettuate fraudolentemente. La punibilità è esclusa quando le registrazioni o le riprese sono utilizzabili nell’ambito di un procedimento amministrativo o giudiziario o per l’esercizio del diritto di difesa o del diritto di cronaca”.