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M5S, Taverna: ‘L’offesa di Marino? Non ha neanche 2 neuroni, ma abbiate pietà dell’uomo’

L’insulto del sindaco Ignazio Marino alla signora di San Lorenzo? Io gli avrei risposto che è invidioso, visto che non ha nemmeno due neuroni. Basta vedere quello che fa ancora a Roma”. Così’ la senatrice del Movimento 5 Stelle, Paola Taverna, commenta l’episodio accaduto nel quartiere San Lorenzo di Roma, durante una visita del primo cittadino. Ospite di “Ecg Regione Lazio” (Radio Cusano Campus), la parlamentare pentastellata rincara: “Replicare a Marino è come sparare sulla Croce Rossa. Ormai bisogna avere pietà di lui, è necessario capire che è al tappeto e che è inutile picchiarlo. Un sindaco che si rivolge così ad una cittadina che gli fa presente che Roma è sporca, è ormai una persona che ha deciso che la sua carriera da primo cittadino è finita. E’ qui a fare il burattino di Renzi. Quando ho letto la notizia ho pensato che il caldo fa male”. E aggiunge: “Sono davvero arrabbiata oggi. Ho tra le mani un patto di stabilità mascherato: 2,6 miliardi di tagli alla sanità. Forse è qui che Renzi troverà i soldi per tagliare l’Imu sulla prima casa. Ho sotto gli occhi una distruzione della sanità pubblica, se decidono che la prestazione o il ricovero è inappropriato sarà il cittadino a doverlo pagare, ma chi stabilirà se la prestazione o il ricovero sono inappropriati?”. La Taverna spiega: “Il taglio delle tasse annunciato da Renzi? Sono contenta, ma deve mettere i conti sul tavolino. Se togli la tassa sulla prima casa, e tagli 2,6 miliardi sulla sanità, mi stai prendendo in giro. Renzi ci toglie i soldi da una parte e taglia i servizi dall’altra”. Critico il giudizio della deputata anche sul caso Crocetta: “Come funzionano le Procure e il Ministero? Se l’intercettazione è vera, Alfano doveva saperlo. In caso di un attentato, ce lo avrebbe detto l’Espresso? Noi lo contestavamo per il suo operato e se questa intercettazione verrà confermata Crocetta dovrebbe andarsi a vergognare nell’angolo più lontano e lasciare immediatamente la sua carica. E, come lui, il ministro Alfano perché non sapeva niente”