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Teodoro Soldati, morto a 15 anni la miglior promessa del golf italiano

Il talento, morto il 16 luglio per una leucemia fulminante, nella sua breve carriera ha vinto cinque titoli nazionali e tre trofei internazionali. "Sarebbe diventato un giocatore fantastico" ha commentato Franco Chimenti, presidente della Federazione italiana golf

Il golf italiano è in lutto per la morte di Teodoro Soldati, uno dei suoi giovani con maggiore talento, scomparso il 16 luglio per una leucemia fulminante. “Sono sconvolto e ho un profondo senso di angoscia – ha commentato Franco Chimenti, presidente della Federazione italiana golf – Quella di Teodoro è una malattia terribile, che ti colpisce in maniera vigliacca, senza preavviso, e non lascia scampo. Sarebbe diventato un giocatore fantastico, un esempio per tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo, ma questa è l’unica cosa alla quale non penso in questo momento”.

La promessa del green italiano era nato a Como, avrebbe compiuto sedici anni il prossimo 13 agosto. Nella sua breve carriera ha vinto cinque titoli nazionali. Lo scorso 3 maggio era arrivato primo al Campionato Nazionale Medal/Trofeo Franco Bevione, sconfiggendo golfisti ben più grandi di lui; si è trattato del suo ultimo titolo individuale dopo aver conquistato quelli Baby (2010 e 2011), Dilettanti Match Play (2013) e Ragazzi Match Play (2014). Il talento italiano era stato protagonista anche in campo internazionale, dove si era imposto nel Belgian International Boys (2012), nell’English Boys categoria Under 13 (2012) e negli Internazionali d’Italia Under 16 (2014).

Ha disputato le sue ultime gare con la maglia della nazionale azzurra, che indossava da più di tre anni, con la squadra Boys, impegnato a difendere il titolo europeo in Finlandia. Soldati, dopo aver preso parte alla qualificazione medal e aver giocato il doppio nel primo match play, aveva poi dovuto dare forfait perché aveva avuto un forte malore. “Perdiamo un ragazzo straordinario – ha detto il tecnico della nazionale, Alberto Bianghi – Un ragazzo dolcissimo, sempre rispettoso ed educato, e di grande talento. Mentre giocavamo gli Europei aveva iniziato ad avere un po’ di febbre, ma voleva giocare comunque, era sempre disponibile. Poi, una volta tornato a casa, ha avuto la diagnosi terribile”.