Prove su strada

Hyundai Tucson, la prova del Fatto.it – Stile tedesco per l’erede della ix35

Il segmento è ben popolato, ma la Hyundai non si fa trovare impreparata sotto nessun aspetto: un'estetica "made in Germany" che accontenta tutti, tanto spazio per i passeggeri, motori e cambi in linea con i concorrenti e un buon comportamento su strada. Qualche compromesso da accettare su materiali e bagagliaio, ma in cambio ci sono piccoli lussi come i sedili di pelle "rinfrescabili"

“Abbiamo fatto di tutto per difendere il progetto iniziale concepito in Germania, abbiamo passato intere settimane in Corea per controllare che nessuno lo rovinasse”, racconta il responsabile della linea esterna della nuova Hyundai Tucson. Nel design, il rischio maggiore è quello che un progetto inizialmente pulito venga “sporcato” da troppe mani: da quando la proposta del centro stile europeo ha avuto la meglio su quelle americana e coreana, per l’italiano Nicola Danza e i suoi colleghi di Francoforte la missione è stato conservare intonso il disegno iniziale. E ci sono riusciti, nonostante qualche compromesso produttivo: la nuova Suv media della Hyundai ha delle belle proporzioni, un muso imponente e una linea nel complesso solida, meno tormentata rispetto a quella della ix35 che sostituisce dopo soli 5 anni di vita, come da tradizione in casa Hyundai-Kia. Un aspetto “maturo”, che dimostra che ormai il marchio coreano non ha più bisogno di stupire.

L’impronta teutonica del modello si vede anche nella razionalità dell’interno, dove stona solo qualche plastica rigida sulle porte e nella parte superiore della plancia. Ma se si chiude un occhio, con l’altro non si possono non notare la buona posizione di guida e la praticità dell’abitacolo. C’è tutto: le regolazioni del volante e della cintura di sicurezza, lo spazio per appoggiare i cellulari e le bottigliette dell’acqua, le porte Usb, il bracciolo centrale. E lo spazio per le gambe dei passeggeri posteriori è notevole. Peccato che la panchetta non scorra; certo, lo schienale si può regolare, ma il vano bagagli non è grande come ci si potrebbe aspettare da una Suv di quasi 4,5 metri di lunghezza. Almeno, però, il piano di carico è piano, con un doppio fondo in cui si può alloggiare il tendalino quando non si usa.

Su strada abbiamo apprezzato l’impostazione “europea” delle sospensioni che filtrano bene le asperità ma nelle curve mantengono salda la vettura sulla strada. Un buon compromesso ottenuto grazie a una piattaforma meccanica del tutto nuova. Come nuovo è l’abbinamento fra il motore 1.6 turbo a benzina (che sostituisce il precedente 2.0) e il cambio automatico doppia frizione a secco sviluppato in casa: i due lavorano bene insieme, leggono le intenzioni del guidatore e garantiscono una guida persino divertente, raggiungendo con apparente facilità velocità consentite solo sulle autobahn tedesche. Il grosso delle vendite, in Italia, lo farà però il 1.7 turbodiesel, che rispetto alla versione precedente non solo è diventato Euro 6, come da prescrizioni di legge, ma ha guadagnato coppia.

Intelligente il sistema di trazione integrale, che offre alcune funzioni, come l’assistenza alla discesa in caso di fondo scivoloso, che possono tornare utili a tutti, anche a chi senza voler andare fuoristrada si trova ad affrontare una nevicata. Non entusiasmante invece il feeling dello sterzo, non perché non sia preciso ma perché, ameno con il 1.6 T-GDI provato, è molto leggero, quasi fosse quello di una citycar.

Rispetto al modello che sostituisce, la Tucson fa un bel salto di qualità nella dotazione tecnologica, che ora comprende tutti i più recenti sistemi di assistenza alla guida ed è perfettamente in linea con quanto propongono le concorrenti più recenti. La Tucson si prende anche il lusso di “coccolare” un po’ i passeggeri con vizi come i sedili rinfrescabili e riscaldabili, il volante riscaldabile e l’apertura automatica del portellone posteriore: basta avvicinarsi alla coda, con la chiave in mano, sostare qualche secondo et voilà, il bagagliaio di apre. Non è ancora dato sapere quali di queste chicche saranno di serie: i listini italiani saranno svelati a metà luglio. Ma Hyundai Italia assicura fin d’ora che il navigatore satellitare sarà di serie, e scommette che in Italia la Tucson piacerà almeno quanto la ix35: previsioni di vendita, 1.000-1.200 vetture al mese.

Hyundai Tucson 2015 – la scheda

Che cos’è: è la nuova Suv della Hyundai, che si colloca a metà strada fra i segmenti C e D, sotto la Santa Fe. La Tucson va a sostituire la ix35, il modello Hyundai più venduto in Italia
Che cosa cambia rispetto alla ix35: innanzitutto il nome, che torna a essere quello adottato in tutto il resto del mondo. Poi la Tucson è 7 centimetri più lunga ed è costruita su una piattaforma nuova
Principali concorrenti: Nissan Qashqai, Renault Kadjar, Kia Sportage, Mazda CX-5, Toyota Rav4, Volkswagen Tiguan
Dimensioni: lunghezza 4,48 metri, larghezza 1,85, altezza 1,65, passo 2,67
Bagagliaio: da 513 a 1.503 litri (senza ruota di scorta)
Massa in ordine di marcia con conducente 75 kg: da 1.454 kg
Motori a benzina: 1.6 GDI da 132 CV, 1.6 turbo T-GDI da 175 CV
Motori diesel: 1.7 CRDI da 115 CV, 2.0 CRDI da 136 e 186 CV
Trazione: anteriore oppure integrale con 1.6 turbo benzina e 2.0 diesel
Cambi: manuale a sei marce, oppure automatico doppia frizione 7DCT col 1.6 T-GDI, oppure automatico a sei marce col 2.0 CRDI
Pregi: molto spazio per i passeggeri, bell’assetto, ampia dotazione
Difetti: qualche plastica rigida all’interna, sterzo molto leggero
La versione che consuma meno: la 1.7 CRDI (disponibile solo con trazione anteriore e cambio manuale) omologata per consumi di 4,6 litri/100 km emissioni di 119 g/km di CO2
Produzione: Nošovice, Repubblica Ceca
Garanzia: come su tutte le Hyundai, 5 anni a chilometraggio illimitato
Prezzi: saranno comunicati a metà luglio, presumibilmente partiranno sotto i 20.000 euro e sforeranno i 30.000 per le versioni meglio equipaggiate
In vendita: ordinabile da fine luglio, prime consegne a settembre