Politica

Lega Nord, Salvini: “Lavoriamo per una Pontida del sud”. Calderoli: “Partito nazionale? Mi taglio una mano”

Allo storico raduno il numero uno del Carroccio apre al Meridione. Contrari il vicepresidente del Senato e Bossi che dice: "Finché ci sono io non c'è niente di nazionale, esiste solo il nazional-padano. Il Nord è contro quel che è italiano"

La Lega Nord torna di nuovo a Pontida, tra gadget, magliette verdi, ruspe ben in vista e tante bandiere. Quest’anno, però, vengono anche dal Mezzogiorno. Il nuovo corso del Carroccio di Salvini abbatte i tradizionali confini della Padania e si spinge a Sud. Un tempo c’era la battaglia contro il Meridione foraggiato dagli aiuti statali, oggi tiene banco la linea anti-euroanti burocraziaanti-immigrazione e anti-rom.

Sul sacro prato arrivano le delegazioni dal Mezzogiorno, i militanti dalla Puglia e dalle altre regioni. Il segretario federale ipotizza uno scenario di innovazione e rottura rispetto al passato: “Stiamo ragionando su una Pontida del Sud. Ci sono già proposte di località pronte ad accoglierci”. E dal palco dice: “Amici del sud, siete miei fratelli. Se noi vinciamo, lo facciamo tutti assieme da nord a sud”. Chi non ci sta a questa apertura è Umberto Bossi, che affonda: “Finché ci sono io non c’è niente di nazionale, esiste solo il nazional-padano. Il Nord è contro quel che è italiano”. 

Calderoli: “Lega nazionale? Piuttosto mi taglio una mano” – Contrario anche Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato, che dal palco mette le cose in chiaro sui “confini” della Padania: “Dopo aver dato vita al nuovo Statuto ieri, ho letto oggi che abbiamo dato vita ad una Lega nazionale. Pensate che io ho un nonno che a Bergamo ha fondato un movimento con il motto ‘Bergamo nazione tutto il resto è meridione’ e mi taglio una mano piuttosto che fare uno Statuto nazionale e centralista. La Lega ha sempre una sola finalità che è l’indipendenza della Padania“. Ma Calderoli ammette anche che quella del 2015, data la grande partecipazione, è una “Pontida eccezionale”. 

Ma la posizione del Senatur e di Calderoli sembra superata dai fatti: perché a Pontida 2015 la vera novità è proprio l’arrivo delle delegazioni dal Sud. Dal palco i rappresentanti di Noi con Salvini, il movimento gemello nel Mezzogiorno, raccolgono applausi. Fischi e ‘vaffa’ invece per Matteo RenziLaura Boldrini. E oltre ai gazebo e alle bandiere, il nuovo corso porta sul sacro prato del Carroccio anche una delegazione dalla Puglia. Sono circa un centinaio di militanti, spiega il coordinatore regionale Rossano Sasso, perché il Meridione “si riconosce nelle tesi di Salvini anti-euro e anti burocraziaLe loro bandiere sventolano così “accanto al Sole delle Alpi“, aggiunge, “in nome di un progetto di riscatto di tutti gli italiani”.

Salvini: “La ruspa? La usiamo contro Renzi” – Salvini taglia il nastro del tradizionale raduno leghista attaccando il premier:”La ruspa la uso per Renzi. Ce ne serviamo per far ripartire il lavoro”. Poi stempera la polemica interna e allontana lo spettro dello scontro generazionale. “Archiviato? – dice riferendosi a Bossi -. No, noi non archiviamo nessuno, e non pugnaliamo nessuno. Siamo riconoscenti nei confronti di chi ci ha portato fino a qua, a differenza di Renzi che se ne fotte di tutto e di tutti”. 

Dal palco ribadisce il sostegno alla manifestazione del Family day di Roma, contro il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Definisce l’Europa “un’Unione Sovietica criminale che vuole ammazzare le identità e le diversità” e ribadisce che “tutti hanno parità di diritti e di dovere, non è compito dello Stato entrare in azienda, in cucina e in camera da letto” e che “ognuno deve vivere l’affettività come vuole ma il matrimonio è tra uomo e donna, non si discute”. Chiede l’abolizione delle sanzioni contro la Russia “che sta cancellando posti di lavoro in Europa” e dice di invidiare “gli inglesi che hanno Cameron, i russi che hanno Putin e gli ungheresi che hanno Orban“. Spiega che l’impegno della Lega “è chiaro: da nord a sud vuole stringere un “patto d’onore” con “le persone perbene: stringete la mano a chi avete alla vostra destra e alla vostra sinistra – prosegue – perché prendiamo un impegno per la nostra vita: vivere serenamente nella terra dei nostri nonni”. Poi, il tema dell’immigrazione: “Mi fa piacere che Papa Francesco a Torino abbia trovato il tempo per incontrare dei rom e sono sicuro che avrà incontrato anche i torinesi esodati”. E tornando sulla polemica per l’accoglienza dice: “Non mi permetto di attaccare il Papa, io sono l’ultimo dei buoni cristiani, ma rispetto chiama rispetto”. 

Maroni: “Nomadi nelle case popolari? Prima passino sul mio corpo” – Nel suo intervento dal palco, il governatore della Lombardia Roberto Maroni ha detto: “Qualcuno a Roma sta pensando di chiudere i campi nomadi e metterli nelle case popolari. Caro Alfano, cari governanti sappiate che se pensate una cosa del genere per la Lombardia dovrete passare sul mio corpo perché noi non lo permetteremo mai”. Calderoli, poi, oltre a opporsi esplicitamente a una Lega nazionale, attacca il presidente della Camera Laura Boldrini. Contro l’immigrazione, dice, “noi non facciamo muri ma un ponte a senso unico per farli tornare a casa e se anche quelli come la Boldrini ne vorranno approfittare, un cammello ad accoglierli sull’altra riva” del Mediterraneo “lo troveranno sempre”. 

Ruspe, striscioni e Sole delle Alpi – E non poteva mancare la ruspa, posizionata sul pratone già da ieri, 20 giugno. Su uno striscione si legge: “Dal Molise a Pontida per riscrivere l’unità d’Italia con Salvini” e poi “Italia Stato parassita, nazione mai esistita, indipendenza”. Poi ci sono le magliette che mostrano l’appartenenza dei militanti arrivati sul prato dove è stato disegnato un gigantesco sole delle Alpi. Per ora si vedono soprattutto t-shirt di marchigiani e abruzzesi. C’è molto verde, come di consueto, ma quest’anno c’è anche un altro simbolo che va per la maggiore, a spopolare un po’ ovunque è proprio la ruspa, il tormentone lanciato da Matteo Salvini come strumento per smantellare i campi rom. Prima degli interventi politici poi, c’è stato un concerto organizzato da Radio Padania. Il primo a esibirsi ha suonato brani di Bob Dylan e anche Cocaine di Eric Clapton, citando anche lo spirito di Woodstock.

Di Mario Catania e Alessandro Madron