Cronaca

Migranti, regioni del Nord contro nuovi arrivi. Zaia: “Via da località turistiche in Veneto”. Toti: “Risorse finite”

Il presidente del Veneto: “Via i profughi dalle località turistiche”. Fondazione Migrantes: “Irresponsabile”. Toti: “Finite le risorse per ondate di stranieri”. Grasso: “I governatori smettano di pensare a elezioni”. L'Ue: "Fare nuove proposte per la ripartizione dei migranti"

Non solo Roberto Maroni. Ma ora anche Luca Zaia e Giovanni Toti scrivono ai prefetti di Veneto e Liguria: il primo per chiedere di non trasferire profughi in località turistiche, il secondo per fermare la distribuzione di migranti perché “le risorse sono finite”. La questione migranti diventa sempre di più non solo un problema di ordine pubblico, ma anche un tema politico, specialmente a due giorni dai ballottaggi delle Comunali, molti dei quali al nord, come ricorda il presidente del Senato Piero Grasso. Così mentre a Ventimiglia la Francia blocca l’accesso nel Paese, a Milano decine di persone bivaccano alla stazione perché la Germania chiude le frontiere e a Roma la Croce Rossa parla di situazione drammatica e il prefetto Franco Gabrielli annuncia un tavolo urgente. E contro Zaia, in particolare, si schiera ora la Fondazione Migrantes, che fa capo alla Cei: “Amareggia – dice il direttore generale, monsignor Giancarlo Perego – l’irresponsabilità politica in un momento che ha invece bisogno di coesione nazionale”. Nel frattempo la presidenza lettone del Consiglio Ue nel documento per la riunione dei ministri Affari interni di martedì invita gli Stati a presentare nuove proposte sul ricollocamento, in cerca di nuovi scenari, viste le resistenze ed i dubbi sollevati rispetto alla proposta della Commissione europea, di una ripartizione obbligatoria. “Come è possibile stabilire un meccanismo per dare sostegno agli Stati Membri sotto particolare pressione migratoria, prendendo in considerazione tutte le preoccupazioni espresse?”, si legge nel documento, di cui l’ANSA ha preso visione.

Così si forma l’asse dei governatori di centrodestra: Maroni, Zaia, Toti. Il presidente veneto in una lettera ufficiale ai prefetti si fa portavoce degli allarmi, dei timori e degli appelli a lui rivolti da sindaci, cittadini e imprenditori del turismo veneto, che vedono minacciato il buon esito della stagione estiva dall’invio di profughi. “Facendo mio lo sgomento – scrive Zaia – di quanti mi hanno in ogni modo e in ogni dove manifestato la propria preoccupazione che una simile ridda di voci e di azioni possa determinare un effetto devastante sulla stagione turistica in corso e soprattutto un boomerang sulle prenotazioni a causa delle pubblicità negativa”. Zaia, nella sua lettera ai prefetti, ricorda che il Veneto è la prima regione turistica d’Italia e la sesta d’Europa, con 63 milioni di presenze (pari al 15% del volume nazionale), con 17 miliardi di fatturato annuo compreso l’indotto, con 420 mila occupati nel settore, e con un contributo dell’8% all’intero prodotto interno lordo regionale. Per Toti invece “ad oggi non vi sono più strutture, né risorse idonee ad accogliere ennesime ondate di cittadini stranieri”. “La soluzione al problema dell’immigrazione clandestina – conclude – non deve essere affidata alle singole regioni, ma a nostro avviso è il blocco delle partenze”.

A Milano sono centinaia i profughi che, nella speranza di raggiungere Francia, Germania e altri Paesi del nord Europa, negli ultimi giorni transitano dalla stazione centrale. Tra loro – uomini, donne e bambini – sono stati registrati numerosi casi di scabbia. Una situazione che per il governatore della Lombardia – che nei giorni scorsi aveva “minacciato” di tagliare i trasferimenti regionali ai comuni che decidono di accogliere altri stranieri – è la cartina tornasole “di una pessima gestione del fenomeno immigrazione, non degna di un Paese civile”.

Situazione di emergenza anche a Roma, dove decine di profughi tornano in stazione Tiburtina, che ieri – 11 giugno – era stata sgomberata. “La situazione è drammatica – spiegano dalla Croce Rossa di Roma – perché il centro di via Cupa, dove si sono riversati i migranti allontanati dal piazzale della stazione Tiburtina, non può contenerli tutti. Ieri sera tra noi e altre associazioni abbiamo distribuito complessivamente 700 pasti: la fila per mangiare arrivava fino al Verano. Stiamo facendo circa 100 visite al giorno. I migranti hanno principalmente ferite o segni di torture che hanno subito durante il viaggio come per mozziconi di sigarette”. A Roma è stato riscontrato qualche caso di scabbia, trattato dai volontari sul posto.

E l’emergenza sbarchi arriva anche ai confini della Francia, dove a Ventimiglia una quarantina di migranti, in prevalenza eritrei, sono bloccati da ieri sera dalle autorità francesi che hanno negato loro l’ingresso in Francia. In mattinata hanno protestato e alcuni innalzavano cartelli con la scritta “Grazie Italia ma vogliamo andarcene”.