Expo 2015

Expo 2015: Terra Madre, Celentano e Fo insieme ai 5mila contadini di 170 paesi

L'appello di Carlin Petrini, fondatore di Slowfood: "Chiediamo ai milanesi di aprire le loro case e ospitare un contadino o un pescatore. Quella che chiediamo non è beneficenza, ma solidarietà"

Preparatevi: una folla di giovani contadini, pescatori, artigiani, provenienti da 170 Paesi di tutto il mondo arriveranno a Milano. Cinquemila africani, latinoamericani, asiatici irromperanno sulla scena dal 3 al 6 ottobre: le Nazioni Unite dei contadini.  Ci voleva Carlin Petrini, il papà di Slow Food, per trasformare Milano, nell’ultimo mese di Expo, nella vera capitale mondiale dell’agricoltura e del cibo.

“Loro lo producono, il cibo. Rappresentano il futuro alimentare del mondo”, racconta al Fatto Quotidiano. Saranno i protagonisti di una edizione speciale di Terra Madre, che dal 2004 ogni due anni riunisce a Torino gli stati generali del pianeta che coltiva e che produce. Gente vera, che lavora davvero la terra, che esce a pesca con la sua barca, non capetti o delegati.  “È la comunità mondiale del cibo”, dice Petrini, che ha fondato il movimento e da un decennio lo cura come la più cara delle sue invenzioni. “Terra Madre è una rete. Una rete mondiale di contadini, pescatori e artigiani che si riunisce di solito in occasione del Salone torinese del Gusto. Quest’anno abbiamo voluto approfittare di un evento internazionale, l’Expo, per portare a Milano la voce di chi il cibo lo produce. Sarà un’edizione straordinaria, Terra Madre Giovani, fatta da protagonisti tutti sotto i quarant’anni”. 

Le assise generali di Terra Madre si apriranno il 3 ottobre al Forum di Assago, alla periferia di Milano. Nei due giorni seguenti, la città si animerà di decine di workshop sulle buone pratiche in agricoltura, la biodiversità, le nuove forme di distribuzione, i sistemi per dare di più a chi produce e meno a chi commercia. “Discuteremo anche del lavoro agricolo fatto nel nostro Paese dagli stranieri: i 10 mila macedoni che coltivano in Piemonte le uve del Barolo, gli indiani sikh che hanno sostituito i vecchi bergamini nelle stalle dove si raccoglie il latte per fare il Parmigiano Reggiano, i tanti stranieri che al Sud raccolgono i pomodori in condizioni ahimé di quasi schiavitù”.

Carlin Petrini è entusiasta come un ragazzino di fronte a questa nuova sfida. “Dobbiamo portare a Milano 5 mila giovani che forse non sono mai usciti dal loro villaggio. Per questo abbiamo bisogno anche dell’aiuto dei lettori del Fatto”: per raccogliere i fondi per il viaggio; e per accogliere a Milano i contadini e i pescatori del mondo. “Chiediamo ai milanesi di aprire le loro case e ospitare un contadino o un pescatore di Terra Madre. Al nostro appello hanno già risposto, dicendosi disponibili, amici come Moni Ovadia, Lella Costa, Dario Fo, Adriano Celentano, Antonio Albanese, Gad Lerner, Michele Serra… Anche il sindaco Giuliano Pisapia (per unirsi: www.wefeedtheplanet.com e terramadregiovani@slowfood.it, ndr)”. Ma qui Petrini si ferma: “Attenzione, quella che chiediamo non è beneficenza, ma solidarietà. La catalogherei non sotto la voce ‘carità’, ma sotto ‘restituzione’: in Africa noi occidentali abbiamo rubato l’impossibile”. A questo punto Carlin Petrini ti guarda e dice: “Parlerei di diritto al viaggio. In Africa sai quante ne vedono di persone, anche animate dalle migliori intenzioni, che arrivano lì per aiutarli o per insegnar loro a vivere? Poi quelli se ne vanno e loro restano lì. Non possono uscire dal loro villaggio. Sai invece che valore ‘politico’ ha far venire loro da noi? Avremo 5 mila giovani che fanno un’esperienza straordinaria e poi torneranno nei loro paesi con una cosa speciale che si chiama autostima. Rafforzeranno la rete mondiale e potranno diventare i leader locali di domani”.

I giovani del movimento Terra Madre gli hanno già detto che una delle sere a Milano vorranno fare una grande festa, cucinando e mangiando insieme ai senza tetto: “Loro, poveri, vogliono mangiare insieme ai nostri poveri. E poi vuoi mettere? Sono arrivati da tutta Europa a Milano per distruggere, il primo giorno di Expo, e loro invece arrivano da tutto il mondo povero per condividere”.  Petrini va avanti a raccontare con passione. Storie piccole e grandi di una rete planetaria che si aiuta da sé, senza bisogno che arrivino dall’Occidente missionari o benefattori. Spiega il miracolo degli orti comunitari promossi da Terra Madre: sono già 1.800, in Africa, e ci lavorano 50 mila persone. E i mercati contadini? Oggi sono 12 mila nei soli Stati Uniti e anche la moglie di Obama ha piantato un orto alla Casa Bianca. E, in Brasile, la Gastromotiva: i giovani di Terra Madre fanno scuola di cucina nelle favelas di Rio e di San Paolo, creando cuochi e panettieri e dando impulso alla nascita di piccole imprese. Ma ora il suo pensiero principale è rivolto al 3 ottobre, quando arriverà a Milano la pacifica invasione dei contadini del mondo. “Diamoci da fare: apriamo le nostre case, ospitiamoli, finanziamo il loro viaggio”. Expo sarà al suo ultimo mese e finalmente il suo tema – “nutrire il pianeta” – smetterà di essere solo uno slogan.