Elezioni 2015

Elezioni comunali 2015, Seregno: in Brianza campagna elettorale di Fi nel bar dell’armiere dei boss. Ora il ballottaggio

Lo strano gruppo immortalato in una foto nel giorno in cui era attesa la visita di Berlusconi. Il bar è di Antonino Tripodi, condannato nell'inchiesta Infinito sulla 'ndrangheta in Lombardia. Al tavolo, con il candidato sindaco Mazza e il vicepresidente della Lombardia Mantovani, siede Antonio Lugarà, costruttore scampato nel '90 a una faida di mafia

Seregno, piazza Vittorio Veneto. Cuore del ricco comune brianzolo. Terra operosa. Ma anche terra di ‘ndrangheta, che qui ha saldi rapporti con la politica. Come raccontano le tante inchieste antimafia che negli ultimi anni hanno dato scacco alle locali del Nord Italia. E’ il 25 maggio. La campagna elettorale dell’avvocato Edoardo Mazza, ex assessore all’Urbanistica della giunta uscente e candidato sindaco di Forza Italia – appoggiato dalla Lega Nord e da due liste civiche – è alle battute conclusive. Per il gran finale doveva presentarsi Silvio Berlusconi. Ma l’appuntamento salta. A portare il suo sostegno in vista delle elezioni di domenica arriva allora Mario Mantovani, vice presidente della Regione Lombardia e assessore alla Sanità della giunta di Roberto Maroni.

Il bar “Tripodi pane & caffè” si affaccia sulla piccola piazza. E’ qui che si tiene un rinfresco elettorale per Mazza, anche se quello non è un locale qualunque: appartiene ad Antonino Tripodi che nel 2010 finisce arrestato nella grande inchiesta Infinito contro la ‘ndrangheta tra Lombardia e Calabria. Secondo i pm milanesi, Tripodi è legato alla locale di Desio. Viene accusato anche di associazione mafiosa. Questa imputazione cade, ma non quella per detenzione di armi. Che gli frutta una condanna definitiva comminata dalla Corte di Cassazione il primo maggio di quest’anno. Nel lungo elenco delle armi conservato in un box di sua proprietà, i magistrati annoverano fra gli altri un fucile Beretta “avente canne mozze e calcio tagliato”, “Nr.3 saponette di esplosivo, verosimilmente Tnt“, “Nr.1 innesco temporizzato completo di timer”. Il nome Di Tripodi è finito anche nell’inchiesta della squadra mobile di Milano sulla banca della ‘ndrangheta, anche se non viene indagato.

Il 25 maggio, sostenitori e politici locali siedono a una ventina di tavoli dell’elegante bar. A uno di questi una foto immortala l’aspirante sindaco Mazza (a sinistra), Mantovani, la candidata consigliera forzista Ingrid Albano, il candidato consigliere Stefano Gatti (sempre per Forza Italia) e l’imprenditore Antonio Lugarà che nel 1989 rimase vittima di un agguato insieme ai due fratelli Salvatore e Annunziato. Gli aggressori trasformarono la loro Bmw in un colabrodo. I tre vennero solo sfiorati dai proiettili. Scesero dall’auto e risposero al fuoco con pistole regolarmente denunciate. La sparatoria – ricostruirono gli investigatori – era da inserire in una guerra più ampia combattuta per aggiudicarsi appalti. Sull’asfalto rimasero anche alcuni cadaveri eccellenti. Come quelli del rampante costruttore Assunto Miriadi, originario del Reggino e in affari con i Lugarà, e il cugino-guardaspalle Giovanni Tripodi, falcidiati a colpi di Kalashnikov a Vimercate, nel maggio del ’90.

Personaggi e luoghi poco opportuni per un’iniziativa elettorale? Niente affatto per Edoardo Mazza: “L’aperitivo è stato organizzato da alcuni consiglieri comunali – dice il candidato sindaco a ilfattoquotidiano.it – Conosco Lugarà, ma non so niente del suo passato: all’inizio degli anni Novanta frequentavo le scuole medie. Inoltre, quella sera mi sono fermato a tutti i tavoli per salutare i presenti e sono state scattate decine di foto”. Nessun imbarazzo neppure per i proprietari del bar. “Vengo spesso qui a prendere il caffè, è proprio dietro il mio studio legale. So che Tripodi è stato coinvolto nell’indagine Infinito ma non mi crea nessun problema politico sapere che nel suo locale è stato organizzato un rinfresco”.

Non la pensa così l’assessore Mantovani: “Anche io conosco Lugarà, ma sono all’oscuro sul suo passato. Se l’avessi saputo non mi sarei seduto a quel tavolo. Non conosco invece Tripodi e non sapevo che il bar è di sua proprietà. Durante questi appuntamenti non sempre sappiamo chi ci siede a fianco. La stessa sera ho partecipato ad altri due aperitivi e a una cena, è impossibile conoscere tutti i presenti. Ma vi ringrazio per la vostra segnalazione”.

Ma il bar di Tripodi è in voga tra i politici di Seregno. Nel 2014, in vista delle elezioni Europee, Giacinto Mariani (sindaco uscente, oggi candidato per una poltrona da consigliere nelle liste della Lega Nord), gira una parte del suo spot nel bar-panetteria di piazza Vittorio Veneto. Anche per lui, nessun problema. Il nome Tripodi – risponde Mariani a un giornalista – appartiene a una “famiglia di Seregno come tutte le altre”. Frequentazioni e comportamenti non penalmente rilevanti tra alcuni politici e personaggi ritenuti vicini alla malavita organizzata.

Come quelli accertati dai magistrati tra Francesco Gioffrè, candidato nelle liste di Forza Italia, e i fratelli Francesco e Rocco Cristello, quest’ultimo considerato affiliato alla locale di Mariano Comense. Il nome di Gioffrè salta fuori nel 2012 dall’indagine Ulisse, uno dei filoni di Infinito. Non viene indagato. Ma ammette di avere aiutato i due “per una pratica presso il Comune nel quale egli stesso è consigliere comunale”. Tanto che nell’ordinanza, il giudice definisce il suo atteggiamento vicino alla “connivenza”.

Dopo il voto del 31 maggio Edoardo Mazza, primo classificato con il 39,2%, andrà al ballottaggio contro il candidato del centrosinistra William Viganò, che ha preso il 23,5%.

Aggiornato dalla redazione web alle 16,30

Riceviamo e pubblichiamo la precisazione dell’avvocato di Antonio Lugarà:

“Il dr. Antonino Lugarà precisa che nel 1989 egli fu vittima di un grave reato e non fu mai indagato. Egli è uno stimato imprenditore del settore immobiliare, a tutto’oggi il suo certificato penale e dei carichi pendenti riporta la dicitura ‘nulla’, come da documentazione prodotta. A dimostrazione di ciò, da oltre venticinque anni gli è stato periodicamente rinnovato il porto d’armi. Qualsiasi collegamento della sua persona con fatti o soggetti legati alla criminalità organizzata è pertanto privo di fondamento”.