Cronaca

Milano, 40 minuti nell’acqua fredda: nessun danno cerebrale per 14enne

È tutto avvenuto un mese fa quando l'adolescente che giocava con alcuni amici a tuffarsi da un ponte è caduto nell'acqua fredda - circa 15 gradi - del Naviglio Grande, a Castelletto di Cuggiono, in provincia di Milano. Tirato fuori dai vigili del fuoco, rianimato dal personale del 118 è stato curato e dichiarato fuori pericolo dai medici dell'ospedale San Raffaele di Milano. Purtroppoè stata necessaria l'amputazione dal ginocchio di una delle due gambe

Si potrebbe parlare di miracolo a Milano, ma è anche merito della medicina e in particolare dei medici del reparto di Rianimazione dell’ospedale San Raffaele di Milano se un ragazzino di 14 anni, rimasto sott’acqua per circa 40 minuti, non ha subito danni cerebrali ed è considerato fuori pericolo e guarito. Anche se purtroppo è stata necessaria l’amputazione dal ginocchio di una delle due gambe.

È tutto avvenuto proprio un mese fa quando l’adolescente che giocava con alcuni amici a tuffarsi da un ponte è caduto nell’acqua fredda – circa 15 gradi – del Naviglio Grande, a Castelletto di Cuggiono, in provincia di Milano. Il 14enne è rimasto incastrato sul fondo senza riuscire a riemergere nonostante l’aiuto dei compagni. Sono stati chiamati i soccorsi e sul posto sono arrivati i carabinieri, i vigili del fuoco e da Varese l’elisoccorso. Il ragazzino, tenuto sotto due metri d’acqua probabilmente da un ramo, ha perso i sensi. Quando i sommozzatori dei pompieri che si sono immersi sono riusciti a liberarlo i soccorritori del 118 sono riusciti a rianimarlo.

Una volta fatto ripartire il cuore il ragazzino, in condizioni gravissime ma vivo, è stato trasportato in elicottero all’ospedale San Raffaele. Potrebbe essere stato uno spasmo nei bronchi a impedire che nei suoi polmoni entrasse l’acqua che avrebbe potuto ucciderlo, mentre l’ipotermia avrebbe giocato a favore di non provocare danni al cervello. Le cure dei medici, coordinati dal professore Alberto Zangrillo, hanno poi permesso alle condizioni del ragazzino di migliorare fino alla completa guarigione.

Un caso di rianimazione di frontiera, reso possibile dal freddo, che ha protetto i centri vitali del ragazzo, e da un’intuizione del team medico: usare l’Ecmo, la macchina salva-polmoni nota per il suo impiego nei casi più gravi delle ultime ondate di influenza, per sostenere l’attività del cuore e degli altri organi sperando nel risveglio. Nonostante la situazione disperata confidando nelle condizioni di ipotermia relativa del giovane è stata scelta una procedura estrema di assistenza meccanica con circolazione extracorporea. “Nel corso di questo ultimo mese – spiegano dall’Irccs – il paziente ha sorprendentemente recuperato con gradualità l’autonomia delle sue funzioni vitali, consentendo ai rianimatori un progressivo e lento svezzamento dall’Ecmo”.  Il ragazzo è tornato cosciente: “È vigile, orientato nel tempo e nello spazio, parla con i genitori e ricorda la sua vita prima dell’incidente”. Ora inizierà quella nuova, che purtroppo sarà senza una gamba: “Una locale alterazione della perfusione periferica manifestata nelle prime fasi di cura ha imposto l’amputazione sotto al ginocchio”.

Questa storia eccezionale ha un precedente recente negli Stati Uniti lo scorso marzo. Un bimbo di 22 mesi caduto in un torrente ghiacciato e sopravvissuto per 101 minuti senza alcuna traccia di battito cardiaco. Anche in questo caso nonostante la lunga assenza di ossigeno, il bambino non ha riportato alcun danno neurologico. La bassa temperatura ha preservato la funzionalità degli organi interni, permettendone la sopravvivenza.