Scuola

Prato, circolare del preside: “No a minigonne e magliette scollate a scuola”

All'Istituto Datini il dirigente scolastico chiarisce: niente pantaloncini per i ragazzi, ammessi invece bermuda per le alunne. "Nessuna polemica da parte dei genitori. Sono le stesse famiglie a chiederci di imporre ai loro figli il rispetto di regole precise"

Non c’è caldo che tenga: a scuola niente minigonne, magliette “eccessivamente scollate” o pantaloncini corti. Il dirigente scolastico dell’istituto professionale alberghiero–tecnico agrario Datini di Prato – lo stesso dove si diplomò in ragioneria Roberto Benigni – Daniele Santagati, ha emanato una circolare per invitare i 1400 alunni a vestirsi in maniera rispettosa dell’istituzione scolastica. Un invito al decoro insomma, un po’ come quello lanciato nel 1989 dall’allora ministro dell’istruzione Sergio Mattarella in risposta a un’interpellanza della deputata radicale Ilona Staller-Cicciolina: la pornostar – ricorda Tgcom24 in un articolo dello scorso 31 gennaio – puntò il dito contro la preside di una scuola media di Vigevano che aveva vietato alle allieve di indossare la minigonna ma il ministro difese quel provvedimento, sostenendo che esso non poteva essere “ritenuto sconveniente o suscettibile di censura” poiché “a scuola l’esuberanza dei ragazzi va contenuta”.

La circolare (“oggetto: abbigliamento estivo”) firmata da Santagati è stata firmata lo scorso 13 maggio. “Nel rispetto dell’Istituzione scolastica” si invitano gli alunni a “non indossare pantaloncini corti (sono invece ammessi i pinocchietti)” e a “non indossare canottiere” mentre alle alunne si chiede di “non indossare canottiere e/o magliette eccessivamente scollate”. Alle ragazze si vieta inoltre di “indossare minigonne” (saranno invece ammessi i bermuda). Si precisa inoltre che “durante le esercitazioni pratiche gli alunni dell’alberghiero dovranno utilizzare sempre e comunque la divisa“. E chi non rispetta queste regole? La circolare non chiarisce questo punto. Non è comunque la prima volta che l’istituto emana disposizioni sull’abbigliamento estivo: provvedimenti simili – continua la nota – erano già state messe in atto “nei precedenti anni”.

Ilfattoquotidiano.it ha contattato Santagati per capire meglio i motivi di questa decisione: “Gli alunni devono considerare la scuola un vero e proprio lavoro: e a lavoro ci si deve andar vestiti in maniera decorosa. La scuola è un’istituizone fondamentale, e dev’esser rispettata”. Nessuna polemica da parte di genitori o studenti? “Nessuna in particolare. Sono le stesse famiglie a chiederci di imporre ai loro figli il rispetto di regole precise”. Il 61enne prosegue: “I nostri alunni diventeranno camerieri o cuochi. In cucina d’estate fa sempre molto caldo e chi serve dovrà vestire in giacca e cravatta: ci si deve abituare a operare in queste condizioni”.

Banditi piercing o anelli: “Durante le esercitazioni in laboratorio non sono assolutamente ammessi”. Lo scorso anno Santagati ricevette alcune critiche per la decisione di chiudere le porte ai pluri-ripetenti: “Siamo una scuola all’avanguardia: le iscrizioni sono in aumento e l’istituto è in grande espansione. Grande spazio inoltre alla multiculturalità: tra gli alunni contiamo una trentina di nazionalità diverse”.

Santagati non è ovviamente l’unico dirigente a aver emanato un provvedimento simile. Il portale Skuola.net a fine 2014 ha elaborato una lista contenente “i divieti più assurdi a scuola”. Nel 2012 a far scattare la polemica era stata una circolare dell’istituto alberghiero Vespucci di Milano con cui si vietavano appunto “mini e microgonne”, “pantaloni corti o canottiere” perché la scuola “non è né una palestra di aerobica né un lido marino”.

Niente piercing o “cresta” alla El Shaarawy invece al liceo artistico di Quartu (Ca). Il portale ricordava inoltre il caso (avvenuto lo scorso novembre) di una ragazza del liceo “Suore salesiane dei sacri cuori” di Barletta non fatta entrare in classe poiché sfoggiava capelli tinti di blu. Lo scorso settembre era stato invece l’istituto comprensivo di Teolo (Pd) a vietare minigonne, shorts e piercing. Ritornello simile nel 2013 da parte dell’Istituto superiore Don Michele Arena di Sciacca (Ag). “Quando si lavora o si studia – taglia corto Santagati – dobbiamo esser professionali, sia nell’atteggiamento che nell’abbigliamento”.