Scuola

Scuola, Renzi: ‘No stralcio precari da ddl’. Governo battuto su emendamento

Il presidente del Consiglio esclude l'intervento in caso di blocco degli scrutini, ma esclude che si possano separare le assunzioni dalla riforma. In mattinata sono iniziate le votazioni a Montecitorio e la minoranza Pd ha ribadito la richiesta di modifiche. Intanto la commissione Bilancio ha avanzato dubbi sulle coperture

Matteo Renzi fa marcia indietro sulle precettazioni degli insegnanti che minacciano di bloccare gli scrutini in segno di protesta, ma il ddl Scuola va avanti senza stralci: “Non separo le assunzioni dalla riforma”, ha detto il presidente del Consiglio a Radio Anch’io. Il leader Pd ha smentito che si possa separare l’iter della riforma da quello delle stabilizzazioni. Intanto in Aula è cominciato il voto sul testo, interrotto solo per un’ora per permettere ad alcuni parlamentari di andare in piazza a incontrare sindacati e docenti in presidio. Sono stati approvati i primi 5 articoli del ddl, ma il governo è stato battuto su un emendamento che conteneva una osservazione tecnica della commissione Bilancio sulla quale c’è stata una serie di equivoci che, ha detto il presidente di turno, hanno indotto tanti a non votare. La modifica non incide, ha detto il relatore, sul complesso della legge.

Gli articoli del ddl approvati a Montecitorio Via libera all’articolo 1 del testo (243 sì, 107 no e 1 astenuto) che stabilisce l’autonomia degli istituti scolastici attraverso la rimodulazione del monte ore annuale delle materie, il potenziamento del tempo scuola e la programmazione flessibile dell’orario complessivo che consentirà anche l’apertura pomeridiana. L’articolo 2 invece (251 sì e 83 no) affida al dirigente scolastico (di cui si prevede un rafforzamento delle funzioni), la garanzia di un’efficace ed efficiente gestione delle risorse umane, finanziarie, tecnologiche e materiali, richiamando esplicitamente il rispetto delle competenze degli organi collegiali. Ok anche anche all’articolo 3 (267 sì e 92 no): prevede l’attivazione, solo nel 2° biennio e nell’ultimo anno delle scuole secondarie di secondo grado (invece che nell’intero percorso secondario di secondo grado), di insegnamenti opzionali a scelta degli studenti, anche utilizzando la quota di autonomia e gli spazi di flessibilità. Ok anche all’articolo 4 su alternanza lavoro e all’articolo 5, che riguarda disposizioni per l’insegnamento negli istituti penitenziari.

Il confronto con la minoranza Pd – Intanto continuano le trattative tra la minoranza Pd e il governo. Durante la lunghissima fase in cui i relatori hanno reso i pareri sugli emendamenti al secondo articolo del testo, nei pressi dei banchi del governo c’è stato un lungo colloquio tra il ministro Stefania Giannini e il capogruppo uscente del Pd Roberto Speranza. Ancora una volta si schiera contro il governo la minoranza Pd: “Senza correzioni alla legge sulla scuola il mio passaggio nel Pd si conclude”, ha ribadito a ‘Omnibus’ il deputato Stefano Fassina: “La scuola è il passaggio decisivo”. Alle 16.30 davanti al Pantheon a Roma ci sarà una manifestazione dei sindacati, intitolata ‘Il mondo della scuola incontra parlamentari di Camera e Senato’. I sindacati hanno invitato infatti alla manifestazione anche deputati e senatori.

I dubbi della commissione Bilancio sulle coperture – Intanto la commissione Bilancio alla Camera, nel suo parere al testo ddl Scuola arrivato in aula, ha espresso alcune perplessità sulle coperture finanziarie delle modifiche apportate in commissione Cultura. Nel parere la Bilancio segnala in quali parti del testo andrà aggiunta la clausola di invarianza finanziaria e altre specifiche, per non generare nuovi costi per lo Stato. Tra queste, si chiede di precisare nel testo che il fabbisogno relativo al personale Ata – che sarà presente nel Pof triennale – “avvenga nel rispetto dei limiti e dei parametri” previsti dal dpr 119 del 2009, che appunto disciplina la consistenza complessiva del personale amministrativo, tecnico e ausiliario. Anche la ripartizione dei docenti tra le Regioni non dovrà “pregiudicare la realizzazione degli obbiettivi di risparmio” previsti dal dpr 81 del 2009 sui limiti della formazione delle classi. E ancora: le reti di scuole (che partiranno dal 2016), lo staff del dirigente (che potrà essere composto fino al 10% dei docenti della scuola) e la formazione dei docenti non devono generare nuovi oneri. Stessa cosa per la copertura degli insegnamenti e delle discipline (comprese quelle sulla parità di genere), che dovrà avvenire “nel limite massimo della dotazione organica complessiva”. Inoltre, le attività educative che si svolgeranno nelle scuole durante le pause estive dovranno avere – scrive la Bilancio – “carattere di eventualità” e dovranno comunque essere effettuate con il personale e le risorse disponibili a legislazione vigente. Quest’ultima clausola viene chiesta anche per le attività, i progetti di orientamento e l’alternanza scuola-lavoro.