Politica

Unioni civili, ok da Affari costituzionali Senato. Votano contro Ncd e Lega Nord

Dopo il via libera al testo base di fine marzo, c'è il parere positivo a Palazzo Madama sulla costituzionalità del provvedimento. Ma il percorso non sarà semplice: oltre 4mila emendamenti presentati nelle scorse ore (solo 282 da Carlo Giovanardi). M5S: "Senza i nostri voti non passa"

La commissione Affari costituzionali del Senato ha dato parere favorevole al ddl sulle Unioni civili il cui testo base era stato approvato in commissione Giustizia a fine marzo scorso. A sostegno del via libera al testo hanno votato M5S, Forza Italia, Sel e Pd, mentre contro si sono schierati Lega Nord e Area popolare. “Il provvedimento è coerente con la Costituzione e con la giurisprudenza costituzionale”, ha scritto su Twitter la senatrice democratica Anna Finocchiaro, presidente della prima commissione.

Il percorso del disegno di legge però è appena cominciato. Nelle scorse ore infatti, sono stati presentati oltre 4mila emendamenti. Oltre ai più di 3mila di Ap (dei quali 282 solo da Carlo Giovanardi), sono state 829 le richieste di modifica di Fi, 332 di Gal, 36 di M5S, 21 del gruppo Misto, 20 della Lega Nord e 15 del Pd. Sette, infine gli emendamenti presentati dal gruppo Autonomie per un totale di 4320 proposte di modifica.

Sull’argomento la maggioranza si è spaccata anche oggi durante il voto in prima commissione. “Siamo solo all’inizio della discussione”, commentano i 5 Stelle, “ma è già chiaro che se si riuscirà a dare al Paese una legge che finalmente riconosca pari dignità alle coppie di fatto eterosessuali e omosessuali, sarà solo grazie al contributo fondamentale del M5S”. A venire meno sono ogni volta i voti di Area popolare (Ncd e Udc). “Il disegno di legge”, spiega la vicepresidente del gruppo a Palazzo Madama Federica Chiavaroli, “non è considerato accettabile, soprattutto in riferimento all’equiparazione all’istituto del matrimonio, tuttavia ritengo che si debba trovare uno spazio di dialogo. Vediamo se si riesce a trovare una forma di riconoscimento delle unioni civili senza equipararle al matrimonio, in modo da non comprendere la pensione di reversibilità e la possibilità di adozioni”.