Calcio

Serie A, l’Inter di Mancini batte la Roma 2 a 1. Nerazzurri vedono l’Europa

La sfida tra i due tecnici, alle prese con una stagione fallimentare, si chiude a favore dei nerazzurri grazie ai gol di Hernanes e Icardi. Per i giallorossi segna Nainggolan. E ora Garcia rischia di perdere la Champions

Cosa fareste se l’ultimo treno possibile per viaggiare in Europa vi stesse sfuggendo di mano dopo averlo accarezzato per un’ora? La scelta di Mancini sulla carta è incosciente, ma alla prova del campo risulta coraggioso e vincente. Perché la Roma a cinque minuti dalla fine è in partita solo grazie a una gentile concessione di Ranocchia e il tecnico nerazzurro sente in pugno la gara atleticamente e mentalmente. E allora se la gioca così: Hernanes e Kovacic mediani e Podolski-Shaqiri-Palacio dietro Icardi. Sei uomini d’attacco per sbranare o per soccombere alla prima folata giallorossa. Vince l’opzione A e vince l’Inter, per la prima volta a San Siro dopo due mesi e mezzo e per la prima volta in campionato contro una ‘big’. Affonda la Roma, mettendo il primo terzo di scudetto nelle tasche della Juventus, che domenica può portarselo a casa se batte il Torino e anche la Lazio dovesse scivolare (in casa con il Chievo). Comunque vada a sei giornate dal termine, Garcia rischia di ritrovarsi addirittura fuori dalla Champions, con il Napoli che può portarsi a meno 2 dal terzo posto. Non sarebbe una punizione ingenerosa per una squadra sul cui cruscotto lampeggia la luce arancione del serbatoio vuoto. La Roma è vuota: di gambe e di testa. Lo dimostra anche a San Siro, dove gestisce tutto l’Inter sin da principio.

Il primo tempo giallorosso si riduce tutto in un tiro di De Rossi respinto da Handanovic e in un palo di Ibarbo nato dopo un rimpallo in area. Occasioni estemporanee e un po’ fortunose. Per il resto gli uomini di Garcia pensano più a rinculare che a offendere. Una tattica che non può pagare, perché i nerazzurri hanno polmoni e voglia. Mancini ci vede lungo quando decide di tenere Shaqiri e Kovacic in panchina per confermare Hernanes. La condizione del brasiliano è in crescita e per lui, ex laziale, questa partita è un po’ un derby. Come dimostra l’azione del gol, frutto di una sua stoccata dal limite dopo un dribbling insistito nato grazie a una corsa di Icardi per recuperare un lancio che sembrava lungo. L’Inter sgobba (Palacio più di tutti) e costringe Garcia a invertire gli esterni già dopo un quarto d’ora. La sorpresa Ibarbo finisce a sinistra per inseguire gli inserimenti di D’Ambrosio, spina nel fianco di Holebas. Peccato che la quantità prodotta dai nerazzurri non corrisponda alla qualità, ma questo è un peccato con il quale si convive da inizio stagione. Contro questa Roma però basta avere attenzione per azzerare i rischi. E l’Inter lo fa bene con Gnoukouri a centrocampo, 18 anni e non dimostrarli per personalità e sicurezza, e con Vidic dietro, 33 e non sentirli dopo mesi da incubo. Ai giallorossi manca il fiato. Si corre poco e in maniera disordinata. Neanche la catena preparata a destra con Florenzi terzino produce effetti: l’azzurro si vede poco e male oltre la metà campo e Juan Jesus non va mai in crisi. Il tridente di Garcia, che rinuncia a Ljajic e Iturbe, è pasticciato. Totti sarà anche un belvedere con la palla tra i piedi però non dà profondità né spunto. Non a caso dopo meno di un’ora Keita prende il suo posto. Il maliano si accomoda a centrocampo, davanti si mescola il mazzo con Ibarbo prima punta e Pjanic a lato del tridente fino all’ingresso di Iturbe.

La lingua di fuori però non è un problema del solo capitano. La Roma resiste solo perché Icardi annacqua due buone occasioni. Errore gravissimo, perché lì dietro i suoi compagni sono destinati a macchiarsi di un peccato prima o poi. È sempre successo da inizio anno e accade ancora. Questa volta tocca a Ranocchia, che sbaglia un disimpegno consegnando chiavi in mano la migliore occasione del match ai giallorossi sfruttata a dovere da Nainggolan. Il ritrovato equilibrio scatena una guerra tattica che porta Mancini a sbilanciarci con gli ingressi dei grandi esclusi Kovacic e Shaqiri al posto di Brozovic e Guarin per disegnare un 4-2-3-1 con il croato e Gnoukori a impostare davanti alla difesa. Icardi spreca ancora sparando a salve dopo un buon break di Kovacic. Poi Mancini prova il rischiatutto. Vincere per superare il Milan (più Genoa e Torino per almeno una notte) e tenere acceso il lumicino della speranza europea o morire avendoci provato. Il campo gli dà ragione. Con la prima palla toccata Podolski innesca Icardi che alla quarta occasione buona fa esplodere San Siro. L’encefalogramma dell’Inter non è ancora piatto. Quello della Roma sì.

Il tabellino