Emilia Romagna

Festa dell’Unità, Bersani: ‘Ci sarei andato anche a piedi’. Militanti: ‘Venga lo stesso’

Delusione tra i volontari dopo la scoperta che tra gli ospiti non ci sarebbero stati gli esponenti della minoranza democratica. Dopo le polemiche il partito ha rimediato invitando Gianni Cuperlo. L'ex segretario non nasconde l'amarezza. Poi il passo indietro del presidente del Consiglio: "Hanno fatto male a non chiamarlo"

Parlare di volontari in rivolta forse è un po’ troppo. Ma soltanto perché, da queste parti, dentro ‘il Partito’ si è fedeli alla linea “anche quando la linea non c’è”. Punto e basta. Eppure vedere il cartellone di questa 70° Festa nazionale de l’Unità a Bologna e non trovarci i nomi di Pierluigi Bersani, Massimo D’Alema, Rosy Bindi, Roberto Speranza, Pippo Civati, ha fatto male a molti. Bersani, l’ex segretario, oggi capo della dissidenza rimpiazzata in Parlamento e tenuta lontana dalla kermesse in Montagnola, manda segnali d’amore alla sua gente: “Ci sarei andato anche a piedi a Bologna”. La sua gente, amareggiata per queste assenze, ricambia. Allo stand Pesce Navile per esempio, immerse tra i vapori della cucina, un gruppo di attiviste lancia il proprio appello: “Noi volontari di questo stand facciamo un invito a Pierluigi per venire comunque a trovarci, perché questo posto merita la sua presenza”, spiega Mariuccia. E di fronte alle polemiche è arrivato il passo indietro del presidente del Consiglio: “Hanno fatto male a non invitarlo”, ha detto a “Otto e mezzo”. “Viene a piedi? Andiamo a prenderlo in macchina”.

“Noi abbiamo fatto presente la cosa alla federazione di Bologna”, dice Enrico a ilfattoquotidiano.it, da 12 anni volontario agli stand delle feste. “Abbiamo fatto sapere che non eravamo affatto contenti, ma ci hanno spiegato che la questione dipendeva dal nazionale”. Anche Adele è arrabbiata. Lei alla prima festa, nel 1945, in una Bologna liberata dai tedeschi e dai fascisti da poche settimane, c’era. E c’è anche oggi a preparare crescentine e tigelle, ma non capisce certe scelte: “Non so chi sia stato a decidere di non chiamarli. Io faccio la volontaria da 70 anni e queste cose mi fanno male. Ditemi, chi è stato a decidere chi doveva venire e chi no”.

“Mi dispiace per Bersani”, dice Ofelia, volontaria da quando sono in pensione, iscritta da una vita al Partito. Anche a lei i ‘non-inviti’, non sono andati molto giù: “Qui tra militanti e volontari ci sono molti dissidenti rispetto alla maggioranza che c’è oggi nel partito”. Nonostante anche stavolta Ofelia sia dietro la cassa a lavorare, come molti qui la tessera annuale non l’ha ancora rinnovata. E se si pensa alla notizia recente del crollo degli iscritti in città, la notizia non sorprende: “Sono iscritta da tanti anni, ma quest’anno ci sto pensando”.

Anche Umberto, militante storico della Bolognina, non sa ancora se mai rinnoverà l’iscrizione. Ma alle cucine, per stare tra i suoi compagni, non manca mai: “Devo ancora capire se questo segretario è il segretario di tutti o solo di chi gli dà il voto. Ormai sembriamo il Movimento 5 stelle, dove chi non è d’accordo viene epurato. Qui chi non è d’accordo viene dimesso – ironizza Umberto, riferendosi alla sostituzione dei 10 dissidenti in commissione Affari costituzionali – oppure non è potuto venire”.

Qualche militante non è d’accordo nel ‘demonizzare’ il programma e non ci sta a polemizzare: “Possono comunque venire, alla festa”. A buttare acqua sul fuoco è poi Francesco Critelli. Lui, cuperliano, è segretario federale da poche settimane e il programma della festa nazionale alla Montagnola se lo è visto recapitare da Roma senza poterci fare molto. “Non è vero che la minoranza è stata estromessa. Stasera e nelle altre sere la minoranza è rappresentata”. Nelle ultime ore, annuncia il giovane dirigente, è anche arrivata la notizia che Gianni Cuperlo, anche lui estromesso dai dibattiti e dal cartellone, sarà presente il 3 maggio, quando Matteo Renzi chiuderà la manifestazione. Anche se ancora non è chiaro se prenderà, in qualche modo, la parola. Oppure se sarà semplicemente un ospite. “Capisco l’amarezza di molti militanti nel non vedere in cartellone Bersani – spiega Critelli – ma onestamente nel programma non ci vedo una volontà di esclusione politica legata alla attualità. E poi questa è una festa particolare: non è la classica festa nazionale che sarà a Milano a fine estate o la nostra provinciale, dove Pierluigi non mancherà. Questa è una festa tematica e del resto non verranno anche personaggi di spicco del governo: Maria Elena Boschi, Graziano Delrio”. Sarà. Ma qui non si rassegnano all’idea di non vedere il ‘loro’ segretario: “Pierluigi – conclude Mariuccia – poi quando passi a trovare noi, vogliamo anche andare a cena con te”.