Emilia Romagna

Marzabotto, Renzi: “Mi inginocchio davanti alla storia”. E canta “Bella ciao”

Il presidente del Consiglio ha visitato il luogo dell'eccidio nazifascista del 1944 e insieme agli studenti delle scuole medie ha intonato il canto partigiano: "Quelle persone sono morte per la nostra libertà"

“Sono qui per inginocchiarmi davanti alla storia del nostro Paese”. Con queste parole il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha ricordato le vittime dell’eccidio nazifascista del 1944 a Marzabotto (Bologna) dove persero la vita oltre 770 persone. Insieme agli studenti delle scuole medie ha poi visitato Monte Sole, dove a pochi mesi dalla liberazione c’è stata la strage, e con i ragazzi ha intonato “Bella ciao”. “La storia ci deve insegnare”, ha detto, “a non perdere mai i nostri valori: l’Italia sia portatrice sana di pace, bellezza ed entusiasmo. Io vorrei ringraziare questa comunità, in particolare le persone che hanno vissuto quei giorni e per una vita hanno portato segnate sulla pelle le ferite dell’assurdità senza fine”. E ha poi aggiunto: “Quelle persone sono morte perché noi potessimo essere liberi”.

video di David Marceddu

 

Prima di visitare il sacrario il leader Pd, accompagnato dal governatore Stefano Bonaccini e dal ministro dei Trasporti Graziano Delrio, si è intrattenuto a parlare con i sindaci della zona, che gli hanno chiesto, in particolare, di sostenere il Parco di Montesole, dedicato proprio al ricordo delle vittime della strage. “Noi vogliamo portare nel cuore questo ricordo – ha detto Renzi – e ricordare questi giganti che hanno costruito un’Italia più bella e più giusta”. All’uscita del sacrario, il presidente del Consiglio ha dribblato le domande dei giornalisti che volevano interpellarlo sulla legge elettorale. “È un momento bello – ha risposto – non roviniamolo”.

Renzi ha piantato sulla collina un papavero di carta, accanto ai circa mille già disposti nel prato in memoria dei partigiani della Brigata Stella Rossa e delle vittime della Resistenza. “Siamo al fianco di chi in quegli anni ha visto morire fratelli, genitori, amici e parenti per dare a questi bambini la libertà e credo che qui oggi il messaggio più bello sia proprio il messaggio che c’è tra le staffette partigiane e questi ragazzi. Essendo qui dimostrano che l’Italia è un paese libero, grazie al sacrificio di tanti nostri nonni che hanno combattuto sui monti per darci la possibilità di scrivere la parola ‘futuro'”. Un sacrificio, ha aggiunto il premier, “per i bambini per i quali la storia continua, per i quali andremo avanti e costruiremo una storia più vera”. Dopo Monte Sole e un saluto alla Scuola di Pace, Renzi si è recato al cimitero di Casaglia per un omaggio anche alla tomba del padre costituente e sacerdote partigiano Don Giuseppe Dossetti.