Politica

Festa dell’Unità, Bindi: “Invito in base a fedeltà alla linea sarebbe involuzione”

La presidente della commissione Antimafia scrive a Orfini dopo l'esclusione di Bersani: "E' grave come sostituire i deputati in commissione. Ma qui non siamo in Parlamento. Siamo nel momento di massimo confronto per parlare con ricchezza di idee e proposte". La replica: "Non è la festa nazionale, ma sono rispettate tutti gli orientamenti"

Grave come la sostituzione dei 10 deputati in commissione alla Camera per far approvare l’Italicum. Così, secondo Rosy Bindi, è il mancato invito alla Festa nazionale dell’Unità, a Bologna, di Pierluigi Bersani. La presidente della commissione Antimafia ha scritto al presidente del partito Matteo Orfini: “Fa davvero male – dice – leggere che non sarebbero stati invitati alcuni tra i più autorevoli esponenti del partito: dai fondatori, agli ex segretari, ai candidati alle primarie per la segreteria”. “Qualcuno – spiega la Bindi – potrà spiegare che il segretario per ottenere l’approvazione dell’Italicum, al più presto e senza modifiche, faccia leva sulla differenza tra il mandato in commissione, dove i componenti sono designati dal gruppo parlamentare, e quello in Aula dove ci si esprime con la libertà prevista dalla Costituzione e dove l’appello alla disciplina di gruppo o di partito non può spingersi oltre certi limiti”. Ma la Festa dell’Unità, sottolinea, “non è una seduta del parlamento nella quale si devono prendere decisioni”. E’ “da sempre il momento di massima apertura e confronto del Pd, espressione della nostra capacità di incontrare e parlare con tutti – iscritti, elettori, cittadini – in grande libertà e con ricchezza di idee e proposte“.

Per Rosy Bindi “immaginare di fare una Festa nazionale selezionando le presenze politiche sulla base della fedeltà alla linea del segretario sarebbe un’involuzione, questa sì, che non ha precedenti nella lunga storia delle feste dei partiti popolari italiani”. Da qui l’appello a Orfini: “Ti chiedo come presidente dell’Assemblea nazionale e garante del pluralismo del Pd, di assicurare che la festa sia, come sempre è stato, specchio della originale natura del nostro partito. In caso contrario dovrei prendere atto che la mia preoccupazione sul rischio di uno snaturamento del Pd è una realtà”. Per la Bindi “si è interrotta la costruzione di un partito nuovo, democratico, laico e plurale: il Pd non solo sta rinnegando la prospettiva del bipolarismo con la proposta dell’Italicum, ma sconfessa le sue radici uliviste per consegnarsi al pensiero unico del nascente Partito della nazione”.

Orfini risponde a stretto giro: “Cara Rosy, la festa alla quale credo tu faccia riferimento non è la Festa Nazionale del Partito Democratico, che si terrà come sempre tra fine agosto e inizio settembre – quest’anno a Milano – e che sono certo sarà, come tu auspichi, un ‘momento di massima apertura e confronto del Pd, espressione della nostra capacità di incontrare e parlare con tutti – iscritti, elettori, cittadini – in grande libertà e con ricchezza di idee e proposte’. La festa di cui parli è piuttosto un momento di celebrazione dei 70 anni della Festa dell’Unità, voluto dal Pd di Bologna e organizzato dal Partito Nazionale”. Il presidente del partito precisa come “i dibattiti politici e tematici sono limitati nel numero perché si è preferita un’altra impostazione organizzativa, più nella direzione di un vero e proprio festeggiamento. Ai pochi dibattiti parteciperanno esponenti che rappresentano le diverse anime e sensibilità del Partito Democratico, da Stumpo a Fassino, da Campana a Bonaccini, da Schlein a Lenzi, da De Maria a Serracchiani, da Martina ad Orlando, da Giannini a Poletti, solo per fare alcuni esempi. Roberto Speranza, invitato ad intervenire, ha declinato”.