Economia & Lobby

Acg: come muore un’eccellenza dell’industria informatica

Si avvicina inesorabile la fine di una delle eccellenze dell’industria informatica italiana. Parliamo di Acg, la divisione di Ibm che ha fatto la storia nel nostro Paese dei software gestionali, acquisita poco più di un anno fa da TeamSystem, azienda di primo piano, nel panorama italiano, nello sviluppo e nella distribuzione di software gestionale. Al Ministero del Lavoro si è chiusa infatti ieri, con un mancato accordo, la trattativa aperta a seguito della decisione di TeamSystem di mettere in mobilità 32 dei circa 110 dipendenti di Agc. Una procedura di licenziamento collettivo, quella avviata da Teamsystem, che ha contorni singolari e sa di beffa.

Perché è il 4 dicembre 2013 quando TeamSystem annuncia l’acquisizione di Acg, un vero gioiellino dell’industria informatica, come detto. Acg porta così in dote a TeamSystem oltre 6.000 clienti e un fatturato di circa 24 milioni di euro. «Questa acquisizione – commentò Federico Leproux, ad di TeamSystem – costituisce un completamento naturale del perimetro di attività del nostro gruppo […] non è un’operazione finanziaria, ma un’operazione industriale: creeremo valore, se questa azienda, alla fine del ciclo del piano industriale approntato, sarà più grande, con maggiori ricavi e con un numero superiore di clienti».

Le cose però, come appare in tutta evidenza, sono andate diversamente dagli annunci di Leproux. Perché TeamSystem, azienda con sede legale a Pesaro ma con cuore finanziario in Lussemburgo, dà il la a fine gennaio ad una procedura di mobilità su un terzo dei dipendenti di Acg: tutti lavoratori altamente qualificati e con un invidiabile bagaglio di specializzazione alle spalle.

È la seconda volta in pochi mesi che TeamSystem ricorre a tagli di personale. La prima si verifica a settembre del 2014, quando l’azienda pesarese dichiara l’esubero di 51 dei circa 400 addetti della ex 24Ore Software, acquistata solo pochi mesi prima con un investimento di 117 milioni di euro.

C’è però un aspetto paradossale nella vicenda Acg, perché i licenziamenti vengono decisi proprio mentre Acg sta per lanciare l’ultima versione di un software (Acg Vision4, nda), che avrebbe dovuto essere la punta di diamante dell’intera offerta e la parte più avanzata dal punto di vista tecnologico e architetturale. «È il primo passo, facilmente prevedibile, di una smantellamento della nostra storica unità – ci ha detto un manager di lungo corso di Acg – perché TeamSystem commercializza un prodotto in concorrenza con il software di Acg (Gamma, nda) e già a partire dai primi mesi della nuova gestione è emersa la volontà del gruppo dirigente di TeamSystem di scoraggiare le vendite di Acg Vision4».

«E’ chiaro – ci ha riferito Eliana Como, che per Fiom Lazio ha seguito sin dal principio la vertenza – che l’acquisizione di Acg da Ibm nascondeva una operazione di cannibalizzazione commerciale del prodotto Acg e la monopolizzazione del mercato con il prodotto concorrente di TeamSystem».

«Una strana e contraddittoria vicenda», ha detto recentemente il parlamentare Giuseppe Lumia, sollecitando il ministro dello Sviluppo Economico a dare risposta ad un’interrogazione presentata sul caso Agc nelle scorse settimane. E che fa il paio con un analogo atto ispettivo a firma dell’onorevole Pino Pisicchio.

Nel taglio delle prime 32 teste di Acg potrebbe non esserci solo la decisione di rivedere strategie commerciali e scelte industriali. I motivi della scelta potrebbero risiedere nello stato di salute dei conti di TeamSystem, il cui capitale è detenuto da una holding con sede in Lussemburgo: la TeamSystem HoldCo S.à.r.l. Quest’ultima – controllata a sua volta dal fondo londinese HgCapital (53%), dal fondo con sede alle Isole Cayman Bain Capital Team Integral (23%) e da altri attori con residenza fiscale in paradisi delle società off-shore come l’isola di Jersey – ha chiuso gli ultimi due esercizi con ingenti perdite: 135,5 milioni di euro nel 2012 e 79,2 milioni di euro nel 2013. Cifre, queste, che se non saranno state aggiustate nel 2014, rischiano di essere un pessimo biglietto da visita per la quotazione in borsa annunciata da Leproux per il 2016.

«Si è arrivati al mancato accordo per la totale indisponibilità dell’azienda e, nonostante i tentativi di mediazione del ministero per arrivare a una soluzione che evitasse i licenziamenti» ha commentato a caldo in una nota la Fiom. Che ora, come ci ha confermato Eliana Como, «promuoverà ogni azioni legale a tutela dei lavoratori che TeamSystem si accinge a mettere sulla strada».

@albcrepaldi