Mondo

Usa, Rubio si candida alla presidenza. “Hillary Clinton? Leader del passato”

Si infiamma la campagna elettorale negli Stati Uniti, dopo la discesa in campo dell'ex segretario di Stato. Per le primarie repubblicane, dopo Rand Paul del Kentucky e Ted Cruz del Texas tocca al senatore della Florida: "Sono l'uomo giusto per parlare di futuro"

Il senatore repubblicano di origini cubane Marco Rubio ha annunciato ufficialmente la sua candidatura alla Casa Bianca. Durante un intervento a una conferenza con i suoi sostenitori ha annunciato di sentirsi dotato di “competenze uniche” per parlare di futuro al popolo americano e di voler difendere il sogno americano. La candidatura del 43enne senatore della Florida segue quella della ex segretaria di Stato Hillary Clinton alla nomination democratica, a cui Rubio si è riferito definendola una “leader del passato”. Rubio è il terzo repubblicano e il terzo senatore a entrare ufficialmente nella corsa per la nomination repubblicana, dopo Ted Cruz del Texas e Rand Paul del Kentucky, entrambi appartenenti al Tea Party.

Le ambizioni presidenziali di Rubio lo contrappongono a Jeb Bush, fratello minore di Geroge Bush junior, di cui fino a poco tempo fa era il delfino. L’alleanza risaliva ai tempi in cui Jeb era governatore della Florida e si era intensificata con l’elezione nel 2006 di Charlie Crist a governatore per poi scemare nel corso degli anni. Negli ultimi mesi, i due si sarebbero sentiti poco dopo che in dicembre Jeb Bush lo avrebbe chiamato per comunicargli la sua intenzione a candidarsi.

Nel giorno dell’annuncio della candidatura di Hillary Clinton, Bush aveva infatti diffuso sul web un video in cui, assumendo un tono che già si potrebbe definire “presidenziale”, si rivolgeva al popolo americano esortandolo a voltare pagina rispetto ai sette anni di amministrazione democratica: “Possiamo fare meglio” assicurava scagliandosi contro l’asse Obama-Clinton, quasi già fosse in campagna elettorale. “Dobbiamo fare meglio di quanto ha fatto la politica estera di Obama e della Clinton, che hanno danneggiato i rapporti con i nostri alleati e rinforzato i nostri nemici. Meglio delle politiche economiche che hanno aumentato il debito e impedito la crescita economica. So che possiamo fare di meglio e che insieme lo faremo”.