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Iraq, uccisero 14 iracheni: condannati 4 ex contractor Blackwater. “Fu strage”

Lo ha stabilito un giudice federale, che ha emesso la sentenza a 30 anni di carcere per Paul Slough, Evan Liberty e Dustin Heard e di ergastolo per Nicholas Slatten, già dichiarati colpevoli lo scorso ottobre. Il 16 settembre 2007, mentre erano di scorta ad un diplomatico americano, i 4 aprirono il fuoco in una piazza di Baghdad uccidendo 14 iracheni e ferendone altri 18, ritenendo di essere sotto attacco

Tre condanne a 30 anni e un ergastolo. Tre dei quattro ex contractor americani dell’azienda di sicurezza privata Blackwater responsabili della strage di 14 iracheni e del ferimento di altri 17 nel 2007 a Baghdad passeranno i prossimi trent’anni in prigione, e il quarto vi trascorrerà il resto della sua vita. Lo ha stabilito un giudice federale che ha oggi emesso la sentenza a 30 anni di carcere per Paul Slough, Evan Liberty e Dustin Heard e di ergastolo per Nicholas Slatten, già dichiarati colpevoli lo scorso ottobre.

Il 16 settembre 2007, mentre erano di scorta ad un diplomatico americano, i 4 aprirono il fuoco in una piazza di Baghdad uccidendo 14 iracheni e ferendone altri 18, ritenendo di essere sotto attacco. Il processo, con accuse che vanno dall’omicidio all’omicidio colposo fino reati relativi alle armi, era iniziato il 14 giugno 2014 in un tribunale federale di Washington, con le procedure per la selezione della giuria. I quattro imputati si erano dichiarati non colpevoli.
La questione al centro del processo e’ se si sia trattato di legittima difesa, “se gli imputati abbiano ritenuto che l’uso della forza letale fosse necessario per difendere se stessi e i loro compagni da un attacco degli insorti e se questa opinione
fosse oggettivamente ragionevole”, hanno affermato i loro avvocati in carte processuali citate dalla Nbc News. La strage, considerata come una dei piu’ oscuri episodi della guerra americana in Iraq.

Poche settimane prima della sparatoria, il Dipartimento di Stato Usa aveva avviato un’indagine sull’agenzia di sicurezza privata, che pero’ fu poi abbandonata dopo che il direttore della stessa Blackwater in Iraq minaccio’ di morte il capo degli ispettori. Lo riferiva il 30 giugno 200174 il New York Times, citando documenti del Dipartimento, secondo cui una volta tornato a Washington il capo degli ispettori, Jean Richter, scrisse un rapporto in cui tra l’altro affermava che gli uomini della Balckwater in Iraq si consideravano “al di sopra della legge“. “Le strutture di gestione messe in atto per gestire e monitorare i nostri contratti in Iraq sono diventate asservite ai contractor stessi”, scrisse Richter il 31 agosto 2007, in un memo per il Dipartimento di stato. Nel corso dell’ispezione, Richter si incontro’ con il manager della Blackwater in Iraq, Daniel Carroll, il quale gli disse “che poteva uccidermi in ogni momento e nessuno avrebbe fatto o potuto fare nulla perche’ eravamo in Iraq”.

Dopo l’invasione americana dell’Iraq, la Blackwater ottenne contratti per miliardi di dollari dal Dipartimento di Stato e dalla Cia. Dopo la sparatoria, la sua licenza per operare in Iraq venne revocata, e dopo l’arrivo dell’amministrazione Obama anche i suoi contratti con il governo Usa sono stati cessati. Attualmente, quattro ex dipendenti della Blackwater sono sotto processo negli Usa per quella sparatoria.