Politica

Giovanni Berlinguer, morto il fratello di Enrico: tre volte deputato Pci

Docente di medicina sociale, era fratello minore di Enrico e fu europarlamentare fino al 2009 con l'Ulivo. Si candidò alla segreteria dei Ds nel 2001 e fu sconfitto da Fassino. Mattarella: "Figura limpida"

E’ morto nella notte a Roma Giovanni Berlinguer. Aveva 90 anni. Figlio dell’avvocato e politico Mario, fratello del leader comunista Enrico, è stato un medico e un deputato per tre legislature con il Pci. Nel maggio 2007, dopo lo scioglimento dei Ds che porterà alla nascita del Partito Democratico, lascia il partito e aderisce a Sinistra Democratica di Fabio Mussi. Fino al maggio 2009 Giovanni Berlinguer è stato deputato al Parlamento europeo di Strasburgo, nel quale ha aderito al Partito Socialista Europeo. La camera ardente sarà allestita oggi, 6 aprile, dalle 18 alle 20, e il 7 aprile dalle 8 alle 20 nella sala della Protomoteca del Campidoglio. Il feretro di Berlinguer oggi, 6 aprile, sarà accolto al suo arrivo in Campidoglio dal sindaco di Roma Ignazio Marino e dall’ex primo cittadino Walter Veltroni. I funerali si svolgeranno mercoledì 8 alle 10 nell’Aula magna del rettorato della Sapienza, dove Berlinguer ha insegnato. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato, in un messaggio ai familiari, “la limpida figura” di Berlinguer. “Personalità brillante e dotata di alto senso morale – scrive il capo dello Stato – medico di grande valore, seppe unire nella sua lunga carriera, – che lo vide più volte in Parlamento – passione civile, rigore scientifico e senso di profonda umanità”.

Berlinguer era nato a Sassari il 9 luglio 1924. Figlio di Mario Berlinguer, si laureò in medicina e chirurgia all’università di Roma. Dall’inizio degli anni Cinquanta divenne insieme al fratello Enrico una delle più note personalità del Partito Comunista Italiano. La professione, certo, ma soprattutto l’impegno in politica come un destino. “Mio nonno Enrico era un esponente politico in Sardegna – dichiarò una volta – Poi c’è stato mio padre. E mio fratello. E i miei cugini, Luigi e Sergio. Tutte persone impegnate in politica. Che cosa avrei dovuto fare? Stare tappato in casa? Ma ho sempre pensato di avere anche un nome e mi sono comportato tenendolo bene a mente. Ho fatto le mie scelte pur subendo molte influenze, a cominciare da quella positiva di Enrico”.

Nel 1965 sino al 1969 Giovanni Berlinguer fu consigliere provinciale di Roma e lo stesso anno divenne membro – sino allo scioglimento – del comitato centrale del Pci, nelle cui liste viene eletto deputato alla Camera nel 1972, nel 1976 e nel 1979. Nel 1983 ottenne un seggio al Senato eletto a Iglesias, confermato nel 1987 a Livorno. Sempre nel 1983 divenne consigliere del Comune di Roma, carica ricoperta sino al 1985. Nel 2001 fu il candidato del cosiddetto Correntone di sinistra alla segreteria dei Ds e fu poi sconfitto da Piero Fassino.

Personalità di primo piano della cultura italiana, Berlinguer contribuì con la sua attività di docente di medicina sociale e con i suoi libri a diffondere la cultura scientifica e all’analisi critica del sistema sanitario italiano. Fu nominato nel 1999 Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana e nel 2001 ricevette la medaglia d’oor ai benemeriti della Cultura e dell’Arte.

Il presidente del Senato Piero Grasso ha sottolineato come Berlinguer abbia “portato in politica e nelle aule parlamentari il rigore etico dell’uomo di scienza. Seppe coniugare una intensa carriera politica ad una importante vita accademica che gli fruttò diversi riconoscimenti”. “Uomo di grande dignità – ricorda Grasso – lascia in chi lo ha conosciuto un sentimento di profonda ammirazione, soprattutto per l’impegno, mai venuto meno negli anni, a portare nel dibattito politico la serietà, la tensione ideale e le conoscenze che gli venivano dall’approfondita frequentazione del mondo degli studi”.

“La morte di Giovanni Berlinguer – dichiara in una nota l’europarlamentare romano del Pd Goffredo Bettini – è una grande perdita per la cultura e la politica italiana. Ho avuto l’onore di collaborare con Giovanni in diverse fasi della vita. Ne ho potuto apprezzare l’umanità, la trasparenza, la schiettezza delle opinioni e la straordinaria capacità di produrre idee”. Il sindaco di Roma Marino lo definisce “un uomo di grande valore, profondo conoscitore del mondo della sanità, delle riforme sociali e del welfare. Un punto di riferimento per il mondo politico che sapeva unire serietà e rigore a una grande sensibilità”.

Per il leader di Sel Nichi Vendola Berlinguer era “una persona di sinistra mite ma combattiva, curiosa del futuro, non sopportava i pregiudizi. Per lui scienza e politica erano e dovevano essere al servizio del bene comune. Un bella persona. Ciao Giovanni #Berlinguer”. Messaggi di ricordo e cordoglio sono arrivati tra gli altri anche da Maurizio Martina, Rosy Bindi, Nicola Zingaretti, Cesare Damiano, Stefano Fassina, Massimo D’Alema, Vannino Chiti. Per l’ex segretario del Pci e del Pds Achille Occhetto Berlinguer “ha saputo attraversare i tortuosi sentieri della politica con la serenità illuminata dell’uomo di scienze e la mitezza fondata su ostinati e saldi principi. Oggi, nel giorno del dolore, lo ricordiamo con grande affetto e lo additiamo come esempio ai giovani e alla politica italiana.