Politica

Corruzione, Di Maio: “Ddl timido. Il governo ci stupisca e faccia modifiche”

Il vicepresidente della Camera a ilfattoquotidiano.it: "Testo al ribasso che non risolve la situazione". E attacca il testo in discussione ora al Senato: "Grasso ci dimostri da che parte sta e ritiri la firma". I 5 Stelle contestano alcune lacune: l'assenza dell'agente sotto copertura e l'uso delle intercettazioni per il reato di falso in bilancio

Per il ministro della Giustizia Andrea Orlando è “un grande passo per il Paese”. Per il Movimento 5 Stelle è l’ennesimo disegno di legge annacquato che servirà a poco e ancora una volta non cambierà le cose. “Hanno fatto la solita azione al ribasso”, attacca il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio a ilfattoquotidiano.it. Dopo 734 giorni di attesa e di dibattiti al rallentatore in commissione il ddl Anticorruzione è finalmente in discussione al Senato. Eppure per il Movimento 5 Stelle non basta ancora. “E’ un testo che è stato spacchettato e svilito. Il risultato è un provvedimento timido e se resta così servirà a poco”. Il deputato e membro del direttorio M5S si rivolge direttamente al presidente Pietro Grasso: “Dia un segnale forte e ritiri la firma. Ci dimostri da che parte sta”. La presentazione del testo è stata una delle prime azioni che ha fatto il magistrato una volta eletto in Parlamento, ancora prima di essere eletto presidente del Senato: era la primavera del 2013 e si presentò nell’ufficio legislativo di Palazzo Madama con la sua proposta di legge. Fermato in commissione in attesa del decreto del governo per la riforma della Giustizia, il testo ha aspettato due anni prima di essere discusso e Grasso ne ha sollecitato fino all’ultimo la discussione.

Oggi i grillini contestano l’assenza di alcuni elementi all’interno del ddl: la figura dell’agente sotto copertura, l’utilizzo delle intercettazioni per il falso in bilancio e la mancata riforma dello scambio elettorale politico mafioso. “Noi siamo pronti a votare norme buone: ci stupisca il Pd e si metta a disposizione di modifiche e interventi”. Tra le contestazioni dei 5 Stelle c’è il fatto che il ddl sia stato spacchettato: lo scambio elettorale politico mafioso e l’autoriciclaggio sono stati affrontati in altri provvedimenti. “E’ stato un modo per indebolirli”, dice Di Maio. “Il voto di scambio ad esempio avrebbe dovuto essere riformato con questo ddl. Era infatti al primo punto del testo di Grasso. Invece è voluto intervenire il governo che ha fatto la riforma del 416ter così come la conosciamo: ora è necessario dimostrare che le modalità di proccacciamento di voto siano avvenute con atti intimidatori per la condanna e le pene sono state ridotte”. I 5 Stelle sono critici anche sull’autoriciclaggio, diventato reato con un ddl approvato a dicembre scorso: “Nel testo originario di Grasso c’era un’equiparazione tra riciclaggio e autoriciclaggio”, continua Di Maio. “Invece ora il Parlamento ha stabilito che il reato non sussiste se il denaro è destinato al godimento personale“.

Oltre alle parti stralciate dal ddl Grasso, Di Maio critica anche quelle che secondo lui sarebbero lacune del provvedimento. Una fra tutte, l’assenza dell’agente sotto copertura, strumento proposto dal magistrato e che invece non c’è più nel testo in discussione in Aula. “Noi abbiamo cercato di riproporlo, ma siamo stati bloccati in commissione da governo e maggioranza”. Altro punto delicato è quello del falso in bilancio: introdotto con un emendamento del governo che ha faticato fino all’ultimo ad arrivare, è la soluzione che Renzi ha trovato per mettere tutti d’accordo. “Non si prevede più l’uso delle intercettazioni per tale reato”, ribatte Di Maio. “E’ una debolezza molto grave”. I 5 Stelle puntano il dito anche contro le “circostanze attenuanti per fatto di lieve entità e per la non abituabilità della condotta” introdotte dal governo e che non erano nel testo di Grasso.

Ci sono infine due richieste di modifica che avevano fatto i 5 stelle e che invece sono state già bocciate: il daspo per i politici corrotti (il primo a proporlo era stato mesi fa lo stesso Renzi) e le misure cautelari che “rendevano automatica la presunzione di idoneità per lo scambio elettorale politico mafioso, la corruzione e i reato contro la pubblica amministrazione. “Noi siamo sempre qui pronti a fare la nostra parte”, conclude Di Maio. “Ma ormai abbiamo capito la tattica: rimandare, discutere e prendere tempo. I partiti non hanno nessun interesse a vedere approvato questo provvedimento: se ora al Pd gliene arrestano uno al giorno, con una vera legge anticorruzione gliene arresterebbero uno al minuto”.