Cronaca

Pompei, riapre la Villa dei Misteri. “Sforzi per il restauro riconosciuti dall’Unesco”

Dopo due anni di restauri, il pubblico può di nuovo accedere al sito. Franceschini: "Una perla che restituiamo al mondo". Confermata l’apertura a Pasqua, Pasquetta e 1 maggio

Dopo quasi due anni di restauri e una chiusura al pubblico di tre mesi, ha riaperto al pubblico la Villa dei Misteri di Pompei, nota per gli affreschi ispirati al mito di Dioniso. “Oggi abbiamo voltato pagina”, ha detto il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini.”L’immagine di Pompei – ha aggiunto – è stata legata in modo esagerato a ciò che non andava. La riapertura di questa Villa con i suoi meravigliosi affreschi è davvero una perla che stiamo restituendo al mondo”.

La Villa dei Misteri comprende oltre 70 ambienti per circa 3mila metri quadrati ed è un esempio di commistione tra villa d’otium, dal panorama unico, e villa rustica situata nella parte suburbana di Pompei. Appartenuta forse alla famiglia degli Istacidii, risale al II secolo a. C. con successive trasformazioni fino al momento dell’eruzione nel 79 d. C. Le decorazioni delle pareti si differenziano a seconda del periodo storico durante le quali sono state realizzate: il tablino è affrescato con pareti nere mentre nel ciclo pittorico del Salone dei Misteri è il rosso a prevalere.

“Le pitture che si trovano nel grande salone ora sono un unicum ma forse prima non era così – spiega l’archeologo Antonio Varone – Uno straordinario ciclo pittorico, una megalografia, con persone rappresentate a grandezza naturale, di un artista campano, con un’elevata qualità pittorica. In alcuni volti ci sono spinte ritrattistiche, anche se l’artista non creava ma copiava da modelli”. “Dietro c’è un grosso sforzo economico – sottolinea l’esperto – lo dimostra il cinabro, il colore rosso utilizzato, che ai quei tempi veniva importato dall’Oriente e quindi fornito dal committente dell’opera”.

Franceschini: “Sforzi compiuti riconosciuti anche dall’Unesco” – Il restauro ha interessato tutti gli apparati decorativi, mosaici e pitture la cui conservazione è stato il principale obiettivo degli interventi, che hanno riguardato anche il ciclo pittorico che ha reso nota la Villa. “Questo ciclo pittorico, in cui la realtà si confonde con il mito in una dimensione sacra, trae il nome dai misteri dionisiaci rappresentati – sottolinea Varone – Sono molte le interpretazioni che sono state date a queste scene, mai univoche. Non c’è un continuum ma sono momenti di vita in cui la realtà si confonde con il mito in una dimensione sacra”.

“Il riferimento all’accoppiamento è precipuo ma l’erotismo è elevato al massimo grado, è sublimato – aggiunge l’archeologo – è molto probabile sia rappresentato il ciclo di vita della donna, la cui figura viene esaltata, cioè un ciclo esistenziale in cui una donna in età avanzata che rivede scene della sua vita come del flashback“.

“Nell’ultimo anno abbiamo compiuto sforzi considerevoli, riconosciuti anche dagli ispettori dell’Unesco – ha ricordato Franceschini – che hanno parlato di risultati ‘tangibili e significativi’ dal momento che sono state eseguite sostanziali opere di restauro principalmente nel contesto del Grande Progetto Pompei ma anche nell’ambito del programma di manutenzione ordinaria. E ora come ora infatti il sito non rischia più l’esclusione dal patrimonio mondiale”. “Tutto questo è stato possibile grazie a un lavoro intenso, scrupoloso e metodico”, ha aggiunto il ministro.

L’Italia chiederà nuove risorse alla Ue – “Stiamo rispettando la tabella di marcia dettata dall’Unione europea – ha detto ancora Franceschini – I lavori qui saranno perenni, che è la sfida di un posto come questo. E, avendo dato prova di aver lavorato e speso bene le risorse che ci hanno dato, faremo richiesta di nuove risorse alla Ue che se ci saranno date saranno sempre gestite dal Grande Progetto Pompei“.

Il ministro ha poi precisato che “ci sono molti sponsor privati interessati” grazie anche all’introduzione dell’Art Bonus “ma non essendoci ancora nulla di definitivo preferisco non dire nulla. Sono sicuro però che arriveranno presto”, ha aggiunto sottolineando che comunque “le risorse private possono integrare ma ovviamente non sostituire quelle pubbliche”.

Confermata l’apertura del sito a Pasqua, Pasquetta e 1 maggio, ricordando che la domenica di Pasqua è la prima del mese e quindi l’entrata sarà gratuita, Franceschini ha sottolineato come lo scorso anno i visitatori siano aumentati di oltre 200mila unità. Il ministero fa presente anche che nel 2014 gli introiti sono stati di 21.076.994, 55 milioni di euro con un incremento rispetto al 2013 di oltre un milione (1.009.231,25), confermando Pompei come il secondo sito più visitato in Italia.

Soprintendente: “Edificio riportato all’antico splendore” – Alla riapertura della Villa era presente anche il generale Giovanni Nistri, direttore generale del Grande Progetto Pompei, che ha snocciolato qualche numero tra cui i 3 cantieri conclusi, i 13 cantieri attivi, le 25 gare in corso, le 9 gare aggiudicate e le 7 in corso, e di quanto si stia facendo a fini della sicurezza, “del contratto per la video sorveglianza firmato il 4 marzo scorso” e del fatto che “si partirà con i lavori nella terza decade di marzo”.

Dal canto suo Massimo Osanna, soprintendente speciale di Pompei, ha ricordato come la “Villa dei Misteri sia uno degli edifici più significativi al mondo” e di come si sia “lavorato in modo interdisciplinare”, con una “equipe straordinaria”, in questo “restauro che è stato preceduto da una puntuale campagna di indagine preliminare” per identificare e caratterizzare i materiali presenti, le tecniche pittoriche, le alterazioni cromatiche”.

“È la prima volta ad esempio che il laser viene utilizzato su una superficie così ampia”, ha detto Osanna. Questo restauro insomma “ha riportato l’edificio all’antico splendore” ha aggiunto soffermandosi poi in particolare sulla mostra ‘Pompei e l’Europa’ (26 maggio – 2 novembre 2015) che avrà due sedi, il Museo archeologico nazionale di Napoli e gli stessi scavi di Pompei: “Nell’arena dell’Anfiteatro sarà allestita una struttura provvisoria, che spero ospiterà più avanti altre mostre, dove saranno messi in mostra i calchi delle vittime dell’eruzione, molti dei quali fin’ora mai esposti e oggetto di accurato restauro”. Per la prima volta all’interno dell’Anfiteatro sarà inoltre proposta un’inedita mostra fotografica con immagini d’epoca degli scavi provenienti dal’archivio della Soprintendenza.