Calcio

Parma calcio, ispezioni della finanza in tutta Italia in uffici e case ex dirigenti

Il blitz delle Fiamme gialle e dei carabinieri è cominciato all’alba di venerdì 20 marzo e ha interessato il centro sportivo di Collecchio, gli uffici dello stadio Tardini, ma anche l’azienda di famiglia dell’ex presidente della società gialloblu Tommaso Ghirardi, la sua villa a Carpenedolo, nel bresciano, e uffici in cui potrebbero essere depositati documenti significativi

Il giorno dopo la dichiarazione del fallimento del Parma Calcio, gravato da un buco di 218 milioni di euro, scattano nuove perquisizioni negli uffici della società sportiva e nelle abitazioni dei passati dirigenti. Il blitz della Guardia di finanza e dei carabinieri è cominciato all’alba di venerdì 20 marzo e ha interessato il centro sportivo di Collecchio, gli uffici dello stadio Tardini a Parma, ma anche l’azienda di famiglia dell’ex presidente della società gialloblu Tommaso Ghirardi, la sua villa a Carpenedolo, nel bresciano, e uffici in cui potrebbero essere depositati documenti relativi al Parma Calcio. Perquisizioni anche in numerose abitazioni private a Roma, riconducibili ad alcuni ex dirigenti del club. L’operazione, da quanto appreso da fonti inquirenti, è finalizzata all’acquisizione di documenti da mettere agli atti nell’indagine aperta dalla Procura di Parma per bancarotta fraudolenta che vede tra gli indagati Ghirardi e il suo braccio destro e ex ad Pietro Leonardi. Gli inquirenti vogliono far luce su come sia stata creata quella voragine che ha messo in ginocchio il club crociato.

Nelle ultime ore l’inchiesta si è allargata e nel registro degli indagati ora compaiono altri due nomi. Si tratta di Marco Preti, direttore amministrativo e finanziario del Parma, e del direttore operativo Corrado Di Taranto, che venerdì mattina è arrivato a Collecchio insieme agli uomini delle Fiamme gialle e al legale della società. Nei giorni scorsi Preti aveva consegnato per conto del presidente Gianpietro Manenti, poi arrestato con l’accusa di reimpiego di capitale illecito, i bilanci e la documentazione contabile della società in vista dell’udienza prefallimentare del 19 marzo, quando il Tribunale ha dichiarato fallito il Parma Calcio e disposto l’esercizio provvisorio con la nomina di due curatori fallimentari.

Presente alle perquisizioni di Collecchio anche il pm Paola Dal Monte, che sta seguendo l’indagine insieme ai colleghi Giuseppe Amara e Umberto Ausiello. Nei controlli sono state impiegati una settantina di uomini delle forze dell’ordine e le perquisizioni hanno riguardato anche abitazioni di dirigenti e dipendenti del club, tra cui Leonardi.
La squadra intanto si prepara a giocare di nuovo: domenica è stato confermato dal Comune l’utilizzo dello stadio Tardini per la partita contro il Torino e il Gruppo operativo per la sicurezza ha dato il via libera al match che si terrà la sera del 22 marzo. “Se siamo arrivati a questo punto, vuol dire che ci sono dei colpevoli. Taci e Manenti sono stati solo danni collaterali, ma in questi anni qualcuno ha sbagliato e ora è giusto che paghi le conseguenze di quello che ha fatto – ha detto il capitano Alessandro Lucarelli ai giornalisti, all’uscita dagli allenamenti – Noi giochiamo perché è il nostro lavoro e vogliamo rimanere a testa alta fino alla fine. Non è fallito il Parma, non sono falliti i tifosi, la città e nemmeno la squadra. E’ fallito Tommaso Ghirardi”. Lunedì a Roma è previsto un altro incontro con il presidente Figc Carlo Tavecchio per definire i nuovi dettagli della prosecuzione del campionato dopo il fallimento e avere garanzie per i calciatori, dopo che Lega e Federazione avevano messo a disposizione i soldi delle multe per permettere al Parma di arrivare a fine stagione.