Cronaca

Lombardia, sgominate 3 bande criminali: 29 arresti per traffico di armi e droga

I gruppi erano attivi tra Cinisello Balsamo, Desio, Sesto San Giovanni e i comuni a nord di Milano. In tutto 49 indagati. Tra le accuse anche quelle di spaccio, detenzione e cessione di armi da fuoco ed estorsione

Luglio 2013. Un ragazzo tossicodipendente si presenta al commissariato di Sesto San Giovanni (Milano). Vuole sporgere denuncia contro uno spacciatore. Racconta che gli deve dei soldi per una partita di cocaina. Racconta di essere stato minacciato. Racconta che il suo creditore – per convincerlo a pagare – fa leva sulle sue amicizie “calabresi”. Sì, perché anche lo spacciatore ha acquistato la droga a credito. E adesso deve pagarla. E le persone a cui deve i soldi sono Claudio Favorido e Michele Zanzarelli, che al telefono con un amico spiega quale sia la sorte di chi non rispetta i patti: “Tu allora cominci a gambizzare qualcuno. E quello dice ‘minchia guarda Michele, l’ha bucato oh! Vediamo di dargli subito i soldi!’ La gente ragiona così ormai, o no?”. Favorido e Zanzarelli sono due figure rispettate e temute nel giro del quartiere Sant’Eusebio di Cinisello Balsamo. I capi – secondo la Dda di Milano – di una banda che spacciava droga tra Limbiate, Bovisio Masciago e Novara. E che contava su agganci di peso con Francesco Orazio Desiderato, broker della droga nel nord Italia legato alla ‘ndrangheta.

E’ questo l’istante – immortalato nell’ordinanza di 180 pagine firmata dal gip Luigi Gargiulo su richiesta del pm Laura Pedio – in cui partono le indagini della Squadra mobile di Milano contro tre gruppi criminali attivi tra Cinisello Balsamo, Desio, Sesto San Giovanni e i comuni a nord del capoluogo lombardo. In manette sono finite 29 persone (49 in tutto gli indagati), accusate a vario titolo di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, cocaina e hashish, spaccio, detenzione e cessione di armi da fuoco ed estorsione. Sequestrati anche beni mobili e immobili tra il nord Italia e Vibo Valentia.

Il lavoro degli investigatori è durato due anni, durante i quali gli uomini guidati dal capo della Mobile Alessandro Giuliano hanno captato le conversazioni dei presunti affiliati e catturato gli scambi di droga e di armi automatiche e da guerra. Ricostruendo così la filiera del traffico e dello spaccio di cocaina che partiva molto probabilmente dalla Calabria. Veniva stoccata in bar, autolavaggi, box e abitazioni. Venduta, distribuita alle batterie di “cavallini” e riversata nelle strade dell’hinterland milanese.

Gli accordi per vendere e piazzare le partite milionarie venivano presi in via Canturina, a Barlassina (tra Meda e Seveso, nord di Monza). Nella villetta di Francesco Orazio Desiderato, originario di Vibo Valentia, considerato un pezzo da novanta del narcotraffico del nord Italia. Desiderato è stato arrestato già nel 2010 per un’indagine che smantellò un traffico tra clan slavi e calabresi. Poi di nuovo a ottobre 2013, dopo un inseguimento con la polizia lungo la strada statale Barlassina. In auto aveva un chilo di cocaina e tre armi da guerra, tra cui un kalashnikov. Ma a balzare agli occhi sono i suoi rapporti di parentela e di affari con la cosca di ‘ndrangheta dei Mancuso di Limbadi, anche se il dirigente della Mobile sottolinea che “questa non è un’indagine contro la criminalità organizzata”.

Era lui – secondo gli inquirenti – il capo del gruppo dal quale Zanzarelli e Favorido si rifornivano. Era lui a concordare la vendita della cocaina e a fissare il prezzo e lo faceva direttamente a casa sua, dove le telecamere piazzate dagli uomini della sezione antidroga hanno registrato un continuo viavai di acquirenti. Sì, perché Desiderato non si fidava dei telefoni. Per fissare gli appuntamenti sguinzagliava i suoi uomini di fiducia: Mariolino Caruso, Michele Di Dedda, Giuseppe Maria Baratta e Massimiliano Rocco. E riceveva direttamente di persona. Nonostante avesse l’obbligo di firma e il divieto di incontrare pregiudicati per via di un altro procedimento giudiziario. Bastava una telefonata del suo braccio destro: “Lo zio vuole vederti”. E lo scambio andava in porto. Non si parla di grammi, ma di chili di droga. Un’altra banda, quella di Pantaleone Lisotti e di Alfonso Cuturello (proprietario dell’autolavaggio Car Wash di Limbiate, uno dei centri di stoccaggio da cui prende il nome l’indagine), ad esempio, ne vuole 19: Desiderato li accontenta.

Nella sua villa chi voleva poteva trovare non solo droga, ma anche armi: che vengono scoperte dai poliziotti appostati in via Canturina. E’ il 24 ottobre 2013: Massimiliano Crocco è in sella a uno scooter, sta andando da Desiderato. Con sé ha un trolley nero. Fiuta però qualcosa di strano: se ne libera e scappa. Dentro gli agenti trovano due Akms 74 modificati, caricatori e cartucce.