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D’Annunzio, fazzoletto dell’amante svela Dna. Ris: “Così identificheremo vittime sequestri”

Ricostruito il Dna di Gabriele D’Annunzio. “Una scoperta che aiuterà a dare un nome agli scheletri che ritroviamo in Sardegna per capire se appartengono ai tanti sequestrati mai tornati a casa”, spiega Giovanni Delogu, comandante de Carabinieri del Ris di Cagliari in una conferenza stampa a Milano che ha visto presente anche lo storico Giordano Bruno Guerri, presidente della fondazione Vittoriale. L’operazione ha confrontato il Dna del Vate – ricavato da un suo fazzoletto donato poi a una delle sue amanti , Olga Brunner – con quello del pronipote Federico D’Annunzio. “È la prima volta che viene condotta una ricerca su tracce biologiche di quasi un secolo fa”, dichiara Delogu. “Grazie alla trasmissione del cromosoma Y pressoché invariato attraverso le generazioni – continua – il paragone ha confermato l’appartenenza al poeta delle tracce rinvenute sul fazzoletto”. Un risultato “di portata internazionale”, secondo il Ris. In altri termini, significa poter trovare una correlazione genetica a partire da un campione di Dna risalente a cento anni prima. Risultati che ora il Ris vuole applicare per dare un nome ai ritrovamenti ossei in Sardegna, forse appartenenti alle tante vittime di sequestro mai identificate. Chiosa Delogu: “Un modo per dare un nome a chi è scomparso e permettere a tante famiglie di sapere”  di Elisa Murgese