Politica

Le mani legate di Sergio Mattarella

L’altro ieri Bersani ha avvertito il presidente Mattarella sui “rischi per la democrazia” legati all’accoppiata tra “una riforma costituzionale che crea un Senato di non eletti e una legge elettorale che, se passassero i capilista bloccati, produrrebbe una Camera di nominati alle dipendenze di un solo leader“. Meglio non si poteva dire anche se l’ex segretario è il principale esponente della minoranza dem che Viroli, su questo giornale, ha definito senza dignità politica “perché dignità impone coerenza fra pensiero e azione”, azione che in questo caso è solo calcolo personale.

Ma il problema è un altro: cosa può fare Mattarella per impedire questo scempio? Qui dobbiamo tornare all’infausta rielezione di Napolitano, infausta perché – spacciata come stato di necessità di fronte alla paralisi del Parlamento – rappresentò al contrario la pietra angolare su cui costruire la democrazia autoritaria che ci attende. È stato Napolitano il vero artefice della nuova Costituzione, costruita per un uomo solo al comando. E non importa se e per quanto tempo il comando lo avrà Renzi.

Poiché, una volta che il governo concentrerà su di sé il controllo del potere legislativo e di quello giudiziario (la responsabilità civile dei giudici è solo il primo passo), i giochi saranno fatti. Come potrebbe Mattarella fermare questa macchina in corsa? E anche l’ipotesi che possa esercitare una moral suasion sull’Italicum dei nominati appare complicata. Re Giorgio ha legato le mani a Mattarella: missione compiuta.

‘Stoccata e Fuga’, il Fatto Quotidiano, 12 marzo 2015