Cronaca

Strage di Viareggio, Della Valle: “Moretti controllava tutta la vita di Ferrovie”

Luca Cordero di Montezemolo e Diego Della Valle hanno testimoniato alla nuova udienza nell’aula allestita del Polo fieristico di Lucca dove si celebra il processo per il disastro ferroviario del 29 giugno 2009, in cui morirono 32 persone

Moretti comandava chi gestiva la rete ferroviaria”. Diego Della Valle, chiamato dai pm a testimoniare nel processo sulla strage di Viareggio, ribadisce quanto aveva già detto durante l’inchiesta sulla tragedia del 2009 in cui morirono 32 persone. Della Valle ha dovuto deporre insieme all’altro socio di Ntv (la compagnia di Italo) Luca Cordero di Montezemolo. I pm li hanno chiamati sul banco dei testimoni perché convinti che Mauro Moretti, ex ad di Ferrovie dello Stato e ora di Finmeccanica, avrebbe avuto pieno controllo di ogni società del gruppo, compresa Rfi, responsabile dell’infrastruttura e quindi della sicurezza della circolazione ferroviaria. E Della Valle e Montezemolo non si sono fatti pregare: “In Ferrovie non si muoveva foglia se Moretti non lo decideva personalmente”, ha detto Montezemolo. “Controllava la vita di Ferrovie nella sua completezza”, ha ribadito Della Valle prima di aggiungere: “Non era d’accordo che nascesse un altro interlocutore ferroviario e ha tentato come ha potuto di sbarrargli la strada”. Affermazioni negate da Armando d’Apote, legale di Moretti: per lui, l’ingegnere non si è mai occupato di binari e vagoni e quindi non ha colpe nel deragliamento del treno di gpl che nel 2009 a Viareggio fece 32 vittime. Il suo, sostiene, non era un ruolo operativo.

“Moretti – ha detto l’ex numero uno di Ferrari – giocava un ruolo che, come imprenditore e come cittadino, considero anomalo. Faccio un esempio calcistico: era l’allenatore della squadra concorrente ed era anche l’arbitro. Una stessa persona responsabile della rete e del servizio. Questo ci ha provocato dei problemi fin dall’inizio. Per fare qualche esempio, a lungo non abbiamo potuto mettere le macchinette nelle stazioni per fare i biglietti. Nelle tratte dove c’era concorrenza con noi, le tariffe di Fs erano bassissime. E dove non c’era concorrenza invece c’erano tariffe alte. Poi finalmente il governo Letta istituì un’Authority”. Montezemolo ricorda anche l’incontro a Palazzo Chigi, nel 2010, per discutere della questione. “Rimasi impressionato del fatto che qualunque fosse il tema toccato, sia i servizi che la rete, era lo stesso Moretti a rispondere. La stessa persona esercitava un ruolo eccessivo. Finché non si arriverà a una separazione tra rete e servizi questa sarà sempre la situazione”.

Per questo Montezemolo e Della Valle hanno ripetutamente parlato di “monopolio” e “ostruzionismo” alla libera concorrenza. Affermazioni che non sono andate giù a Moretti. “Ci citò per diffamazione”, ha concluso Montezemolo, “sia nei confronti dell’azienda Rfi che di lui personalmente, a dimostrazione del fatto che quando si parla di problemi che riguardano l’azienda si sente investito in prima persona. Chiedeva anche un risarcimento danni a titolo personale. A quanto ne so, pochi giorni fa questa sua richiesta è stata respinta dal tribunale”.

Della Valle ha poi continuato sulla stessa linea. “Secondo Moretti l’alta velocità doveva rimanere un bellissimo monopolio, senza che nessuno gli desse fastidio. Era lui l’uomo che guidava l’operazione anti NTV”. Ma alle sue spalle avrebbe avuto salde alleanze politiche, stando al patron di Tod’s. “Credo che Moretti – ha detto Della Valle – gestisse un consenso politico trasversale fortissimo, non c’è dubbio. Ero particolarmente disturbato dal fatto che qualcuno pensasse che un Paese libero come il nostro, libero nel profondo senso della parola, potesse essere condizionato da un sistema di vecchi riferimenti personali e politici nel senso di dire ‘si fa così e basta’. Quello che pensavo e che penso è che Moretti comandava chi gestiva la rete ferroviaria”. Della Valle ha poi parlato di “metodo Moretti”. “Vuol dire avere una conoscenza della macchina dello Stato molto forte, relazioni molto forti che vanno nel mondo della politica e non solo. E’ quello di ottimi rapporti con la politica, con i mezzi di comunicazione. Moretti è uno sveglio, non è uno che dorme, sa come si fa. Questo apparato lo gestiva molto bene, con precisione, quando serviva con determinazione. E’ un format il metodo Moretti”. Accuse a cui ha replicato Armando D’Apote, legale dell’imputato: “Il ‘ metodo Moretti’ – ha detto – è quello di chi ha le idee chiare, di chi ha risanato Ferrovie con una visione societaria e industriale chiara”. Per finire, Della Valle ha confermato ciò che disse nel 2013 interrogato dalla polizia giudiziaria: “Certo, Moretti si contrappone a chiunque si ponga sulla sua strada. Perché la politica è succube di questo signore è una domanda che mi faccio ancora oggi”.