Cronaca

Aborto, 17enne trova online farmaco per fermare gravidanza e rischia morte

Una ragazza di Genova scopre su internet che il Cytotec, necessario per curare l'ulcera, ha anche l'effetto collaterale di interruzione della gravidanza. Dopo dieci giorni il ricovero per un'emorragia interna. Ora la magistratura ha indagato il fidanzato che si è procurato il medicinale

Una ricerca su Google. L’assunzione di nove compresse di Cytotec, un farmaco per curare l’ulcera, in 24 ore. Il ricovero in ospedale per emorragia interna. Una 17enne di Genova, temendo di essere rimasta incinta, ha rischiato di morire per aver cercato di abortire con un farmaco trovato su internet. La vicenda, riportata dal Secolo XIX, è emersa dopo la denuncia della madre della ragazza all’ex fidanzato, un ventenne, che era riuscito a procurarsi il Cytotec ingannando il medico che glielo aveva prescritto.

Le versioni che i ragazzi hanno raccontato ai pm non coincidono esattamente e lasciano ancora diversi punti da chiarire. Per esempio, nessuno dei due accenna all’utilizzo di un test di gravidanza. Inoltre lei riferisce di essersi fidata del fidanzato che al contrario sostiene che tutte le decisioni sono state prese insieme.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, tutto inizia alla fine dello scorso anno quando il ciclo della ragazza è in ritardo di due settimane. I due, impauriti e per nulla intenzionati a comunicare l’oggetto della loro preoccupazione ai genitori, scoprono su internet che il Cytotec, prodotto dalla Pfizer, benché vada utilizzato contro l’ulcera, ha come effetto collaterale “le fortissime contrazioni dell’utero e un aborto quasi sicuro entro le prime nove settimane”.

Il farmaco però può essere venduto solo tramite prescrizione e così il ragazzo si presenta da un medico generico dicendogli di avere bisogno del Cytotec dopo una terapia a base di antinfiammatori. Il dottore si fida e così la fidanzata può assumere la dose consigliata da un blog: nove compresse in una sola giornata. Poi l’invio di un sms al fidanzato: “Tutto a posto”. In realtà non è così: a quel messaggio seguono dieci giorni di perdite di sangue. Quelle perdite non sono però il segno della ripresa del ciclo mestruale, ma di un aborto: la giovane viene ricoverata d’urgenza in ospedale e salvata dai medici.