Calcio

Sampdoria-Genoa, rinvio e polemiche: il Ferraris è un disastro (anche economico)

Nonostante le previsioni meteo annunciassero pioggia battente, nessuno è stato in grado di garantire il regolare svolgimento del match. E si scopre che i due club affittuari dell'impianto hanno accumulato debiti per due milioni di euro

C’era una volta il terreno di gioco per il calcio più bello d’Italia, una pelouse perfetta, il prato a schiena d’asino, con fascine di legna e torba nella terra sottostante per drenare l’acqua e un’erba robusta e verdissima, amorevolmente curata dai giardinieri del Comune di Genova. C’era una volta e ora non c’è più, quella pelouse leggendaria è sparita assieme al vecchio Luigi Ferraris. Il prato del nuovo stadio, costruito per ospitare il Mondiale del ’90 sulle rovine del “Tempio”, è una landa brulla e desolata, zeppa di sabbia, che un acquazzone prolungato trasforma in una palude impraticabile. E’ avvenuto di nuovo sabato sera. Due ore di pioggia battente prima del derby fra Sampdoria e Genoa hanno costretto l’arbitro del match a decidere il rinvio.

Dopo serrate discussioni le società hanno concordato la data: martedì 24, alle ore 18,30. I tifosi delle due squadre sono furiosi. I social rigurgitano proteste e invettive. “Alle 18,30 di un giorno feriale la gente lavora. I tifosi sempre più carne da cannone per le tv a pagamento”. Anche le emittenti sono furibonde. Il derby al sabato sera porta pubblicità e audience, il derby in giorno feriale è un piatto molto più misero. Sono bastati 30 millimetri di pioggia battente, concentrata nelle tre ore precedenti il match fissato alle 20,45, per mandare all’aria la partita. Al derby era già accaduto nel 2000 (pioggia) e nel 2010 (neve). Una sola volta in sessant’anni al vecchio stadio, nel 1957, causa pioggia. Il prato del Ferraris è pieno di sabbia e il muro di argilla sottostante ne inibisce il drenaggio.

Carotaggi, rizollature, trapianti di rotoloni d’erba sono una costante, con voci di spesa da far rizzare i capelli. Giorgio Guerello, capogruppo in consiglio comunale per tre mandati, assessore allo Aport nella giunta Pericu 2, ricorda l’intervento sul prato del Ferraris. “Una quindicina di anni fa chiusi lo stadio per un mese, subito dopo la fine del campionato e feci portar via un metro di terra sottostante al prato che venne riseminato, non ricoperto con tappeti erbosi già pronti come poi si fece in seguito. Per qualche anno il terreno di gioco resse, con interventi invernali di manutenzione sulla superficie erbosa. La tecnologia consente soluzioni avanzate ed efficaci”. A Chiavari hanno scelto il sintetico integrale e la Virtus Entella non teme rinvii per il maltempo.

Nonostante l’allerta 1 diramata dalla protezione civile per la l’intera giornata di sabato su Genova, a nessuno è venuto in mente di srotolare i teloni che avrebbero protetto il terreno di gioco dai capricci di Giove Pluvio. La Lega Calcio però in un comunicato ha osservato che i 30 millimetri di pioggia caduti su Genova, a carattere di nubifragio, si sono concentranti dalle 18,30 in poi e quindi l’uso dei teloni sarebbe risultato inutile. La Lega ricorda di avere, a novembre e gennaio, “imposto l’integrale rizollatura del campo (unici rimedi praticabili nell’immediato) e a giugno (primo periodo utile per un intervento strutturale di tale portata) imporrà il rifacimento integrale del sottofondo e del sistema di drenaggio”.

La gestione del Ferraris è passata al Consorzio Stadium, che l’ha rilevato da Sportingenova, società pubblica crollata sotto una piramide di debiti. Il presidente di Stadium, Beppe Costa, a Primocanale ha dichiarato: “Il terreno di gioco drena regolarmente, se la pioggia fosse cessata un quarto d’ora prima dell’inizio del match si sarebbe riusciti a giocare. Purtroppo a causa della conformazione del nostro stadio i teloni sono stati stivati in posti di difficile accesso e occorrono tre ore per srotolarli e altrettante per arrotolarli. In altri impianti l’operazione si può fare in un quarto d’ora (perché è meccanizzata, mentre a Genova avviene manualmente, ndr). Fino alle ore 18 la situazione era normale. Dalle 18 in poi c’è stato il diluvio sulla città e a quel punto non eravamo più in grado di intervenire per le ragioni che ho appena esposto. Mi rendo conto della rabbia dei tifosi ma non c’è stata negligenza”. Costa scivola elegantemente (“Non è il momento di parlarne”) sull’altro aspetto del problema. I debiti accumulati da Genoa e Sampdoria per l’affitto del Ferraris. Un paio di milioni, con il Genoa debitore di più vecchia data. Il sindaco Marco Doria in un comunicato torna a sollecitare Genoa e Sampdoria a regolarizzare i debiti pregressi e a concordare con Comune e Consorzio Stadium i termini dell’assunzione della gestione diretta del Ferraris. Ipotesi che il patron il patron blucerchiato Massimo Ferrero ha più volte caldeggiato. Più prudente il genoano Preziosi.