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‘Una vita’, autobiografia di Massimo Fini: “Il ’68? Un bluff fatto di opportunisti a molotov e champagne”

“Mi piacerebbe intervistare il Mullah Omar o la Merkel“. Così il giornalista Massimo Fini spiega a ilfattoquotidiano.it quali personaggi vorrebbe aggiungere all’elenco delle persone intervistate. “Ma non parliamo troppo di giornalismo, a me interessano le persone”. Lo scrittore sorride all’idea che ci sia un ‘Fini-pensiero’ e assicura di avere scritto il suo ultimo libro (‘Una vita’, Marsilio editore) per se stesso: “Ci sono 70 anni di storia a cui ho dato un respiro più ampio, perché si attraversa la storia d’Italia. Altrimenti a chi cazzo poteva interessare la mia vita?”. “‘L’accusa’ di misoginia che mi fanno? Ma non è vero, la gente confonde. Io ho detto semplicemente che “la sovrastruttura donna, ha schiacciato la sovrastruttura femmina nella nostra società”, non è colpa di nessuno, ma questo rende difficilissimi i rapporti tra i due sessi”. Poi la critica dura al ’68. “Quel periodo è stato un bluff – afferma – c’è stata una generazione di opportunisti, quelli delle molotov e champagne, dell’aristocrazia e borghesia romana, e che hanno influito nelle generazioni a venire, perchè i ragazzi di oggi, dopo quell’esperienza, della politica se ne fregano, giustamente”  di Francesca Martelli