Scienza

Muscoli umani in provetta, studio Usa: “Primo passo verso cure personalizzate”

Lo studio, finanziato dai National institutes of health americani (Nih) e coordinato dai bioingegneri Nenad Bursac e Lauran Madden, è stato appena pubblicato sulla rivista eLife. "La novità di questo studio è che può essere un utile banco di prova per test clinici effettuati in provetta" spiegano i ricercatori

Realizzati per la prima volta muscoli umani coltivati in provetta. Un team di ricercatori americani della Duke University è riuscito a far crescere in laboratorio fibre muscolari scheletriche in grado di contrarsi correttamente come quelle naturali (il video di YouTube che mostra la contrazione delle fibre artificiali), e reagire agli stimoli esterni come impulsi elettrici o farmaci. Lo studio, finanziato dai National institutes of health americani (Nih) e coordinato dai bioingegneri Nenad Bursac e Lauran Madden, è stato appena pubblicato sulla rivista eLife.

“La novità di questo studio è che può essere un utile banco di prova per test clinici effettuati in provetta. Stiamo lavorando – spiega Bursac – per verificare sicurezza ed efficacia di alcuni farmaci, come le statine utilizzate per abbassare i livelli di colesterolo, senza mettere a repentaglio la salute dei pazienti. Inoltre, vogliamo riprodurre in laboratorio i segnali funzionali e biochimici di malattie muscolari, specialmente quelle rare come la distrofia muscolare di Duchenne, per le quali – precisa lo studioso – è difficile effettuare biopsie”.

I ricercatori Usa sono partiti da precursori di cellule muscolari, facendole dividere migliaia di volte in provetta, grazie a un supporto tridimensionale costituito da un particolare gel contenente sostanze nutritive, che ha permesso la formazione di fibre muscolari allineate e perfettamente funzionanti. “Abbiamo iniziato lavorando con cellule animali – sottolinea Madden -, e perfezionato poi i nostri protocolli fino a ottenere muscoli bioartificiali umani”.

Ma l’obiettivo degli studiosi americani è più ambizioso. Riuscire a ottenere muscoli a partire da cellule staminali pluripotenti indotte, cioè ringiovanite in laboratorio per essere poi indirizzate a formare fibre muscolari. “Con le staminali indotte – spiega Bursac – potremo prelevare campioni di pelle e sangue dai pazienti, senza doverli infastidire ancora, come avviene adesso con le ripetute biopsie. Uno degli scopi principali delle nostre ricerche – aggiunge l’esperto – è fornire in futuro cure personalizzate. Fare crescere nuovi muscoli artificiali a partire da cellule degli stessi pazienti – conclude lo scienziato – potrà, infatti, permettere di testare quali molecole funzionano meglio come farmaci in uno specifico individuo”.

Lo studio della Duke University

Il video su YouTube