Cronaca

Viadotto crollato a Palermo, Procura: “Disposto sequestro degli atti sui lavori”

L'annuncio del procuratore capo Alfredo Morvillo: "Faremo accertamenti tecnici sul posto". Per il momento non ci sono iscritti nel registro degli indagati. Dubbi sulle procedure di collaudo: secondo alcuni non sarebbe stato fatto

La Procura di Termini Imerese (Palermo), che coordina l’inchiesta sul viadotto Scorciavacche crollato dopo soli 10 giorni dall’inaugurazione, disporrà oggi il sequestro “di tutta la documentazione relativa ai lavori”. E saranno fatte verifiche anche sull’effettivo collaudo che, secondo alcune fonti, potrebbe non essere stato neppure fatto. “Quanto accaduto”, spiega il procurato Alfredo Morvillo, “è un fatto molto grave – dice Morvillo – per ora possiamo fare solo ipotesi”. Al presidente del Consiglio Matteo Renzi, che nelle scorse ore in un Tweet ha chiesto il nome del responsabile, il Procuratore Morvillo, dice: “Noi assicuriamo, come autorità giudiziaria, che la nostra parte di competenza è già in movimento. Abbiamo già disposto il sequestro dell’area e stiamo procedendo con quelle attività di indagine indispensabili, dal punto di vista documentale, con il sequestro dei documenti sulla realizzazione dell’opera pubblica”. E spiega: “Ci accingiamo al sequestro di tutta la documentazione e faremo degli accertamenti tecnici sul posto, con un collegio di esperti che nomineremo a breve”.

Fino a questo momento non ci sono iscritti nel registro degli indagati, ma i primi avvisi di garanzia potrebbero scattare già a breve. La procura indagherà in particolare sui materiali utilizzati dalle ditte che hanno lavorato al lotto 2A delle opere che riguardano 34 km di asfalto, da Bolognetta fino ai pressi di Palermo. Nel mirino dei magistrati sono le imprese che hanno eseguito i lavori. “Per ora stiamo facendo degli accertamenti preliminari di carattere tecnico, a partire dal sequestro dell’area dei lavori – dice ancora Morvillo all’agenzia Adnkronos – Ci siamo mossi subito e adesso dobbiamo individuare un collegio di periti a cui affidare l’incarico di verificare le cause di questo crollo, da un punto di vista geologico, ma anche i criteri costruttivi, al fine di individuare eventuali reati penali. Il primo passo è individuare il collegio di periti a cui affidare l’incarico. Bisogna accertare le cause del crollo, se sono cause naturali, nelle quali non si individua una responsabilità a carico di nessuno, e poi bisognerà vedere da un punto di amministrativo come è la situazione. Se ci sono cause addebitabili a comportamenti di negligenza, imperizia e imprudenza nascerà un procedimenti penale. Per noi è preliminare un accertamento tecnico. I tecnici ci devono dire perché questa strada è crollata, partiamo da lì. Dobbiamo acquisire tutta la documentazione relativa agli appalti e ai collaudi e a tutti gli aspetti che possono essere di rilievo in questa vicenda. Se c’è stato qualcuno che ha attestato che i lavori erano stati seguiti secondo i criteri previsti dal capitolato”.

Sembra che il viadotto non sia ancora neppure stato collaudato: “Fra le cose che dobbiamo acquisire c’è la documentazione e pure il collaudo, che come patrimonio conoscitivo è un momento importante, ci dice se l’opera è in grado di funzionare – spiega ancora Morvillo – La prima cosa che si va a guardare è il collaudo, per vedere se c’è qualcosa che non va. Dobbiamo muoverci sia dal punto di vista documentale che tecnico con sopralluoghi per fare accertamenti specifici per vedere se è stato lo smottamento del terreno e se la zona è stata studiata. Ci sono tanti aspetti che ci devono illustrare i tecnici. Intanto ci siamo messi subito al lavoro”.