Sport

Un anno di sport: top e flop del 2014

Un anno di sport va in archivio e per tirare le somme di un 2014 che comprendeva anche il “Mondiale dei Mondiali” (secondo Sky) è più semplice ricordare i flop e i top che hanno scandito questi 12 mesi vissuti da tifosi e simpatizzanti italiani. Alla voce flop si associa, quasi unanimemente, la nazionale di calcio italiana. Preferisco non infierire sul gruppo ma segnalare che due singoli con ruoli rilevanti fra gli azzurri, lo “stratega” Prandelli e la “stella” Balotelli, il flop lo hanno esportato anche in Inghilterra e Turchia. Recidivi! La nazionale è lo specchio di un popolo che di calcio ha gioito solo con quello giocato nello “stivale”. In Europa la Juve, ancora scudettata con Conte, non è riuscita a conquistare neppure la finale di Europa League a Torino, le altre non pervenute. Se anche la lista dei giocatori europei candidati al pallone d’oro ci vede assenti, meglio cambiare disciplina ricordando che l’unico italiano del pallone che ride, e parecchio anche, è Carlo Ancelotti.

Il ciclismo è sicuramente quella che ha sfornato la sorpresa più piacevole. Vincenzo Nibali, trionfatore al Tour de France consegna al nostro movimento ciclistico una vittoria di livello mondiale. Quest’anno il siciliano dovrà confermare di essere l’uomo da battere ma la maglia gialla 2014 ancora ci da i brividi. Dal giallo di Parigi al profondo rosso della Ferrari che, sconfitta in pista, è stata rivoluzionata in tutto e per tutto. Cambi di poltrone a parte, speriamo che Maranello resti il cuore pulsante dell’azienda italiana per eccellenza senza che la “mente” debba emigrare. Ci sono piazzamenti che hanno il sapore del successo, vedi il 2° di Valentino Rossi che rilancia il sogno del “dottore” di arrivare a 10 mondiali. Medaglie di legno che meritavano di più perché hanno dato emozioni da oro: alla nazionale femminile di pallavolo nel mondiale di casa va comunque un grazie!

Ci sono i “singoli” che non tradiscono mai: Federica Pellegrini è medaglia d’oro nei 200 agli Europei di Berlino e compie un miracolo per acciuffare la medaglia più preziosa negli ultimi metri della 4×200. La tuffatrice bolzanina Tania Cagnotto torna da Berlino con due ori (1m e sincro 3m con Francesca Dallapè) e un argento da tre metri. Gregorio Paltrinieri.  Ha confermato l’enorme talento che tutti gli hanno sempre riconosciuto. A Berlino prima è medaglia d’oro negli 800 e nei 1500 metri stile libero con record europeo. Dato che super Greg non perde mai, il 7 dicembre arriva anche il primo oro mondiale nei 1500, nei campionati in vasca corta in Qatar. Dalle piscine ai parquet: Il 16 giugno Marco Belinelli da San Giovanni in Persiceto diventa il primo italiano a conquistare il titolo Nba. Subito dopo gara 5 di San Antonio Spurs-Miami Heat dirà piangendo: “Nessuno ha mai creduto in me in questi anni”. Alla fine ho vinto”.

Daniele Meucci, Valeria Straneo e Libania Grenot sono i nomi che sorreggono l’atletica italiana grazie ai risultati ottenuti dalla spedizione azzurra agli Europei di Zurigo 2014: oro e argento i primi due nella maratona, oro per l’italo-cubana nei 400 metri piani. Dalle piste di atletica a quelle “ghiacciate” dei giochi olimpici di Sochi dove anche un duro come Armin Zoeggeler si è “sciolto” L’uomo dei record, commosso, dice addio allo slittino a quasi 41 anni, il 14 ottobre. Con il bronzo di Sochi è il primo atleta a ottenere una medaglia individuale in sei edizioni consecutive dei Giochi. Due ori (Salt Lake City 2002, Torino 2006), un argento (Nagano 1998), tre bronzi (Lillehammer 1994, Vancouver 2010, Sochi 2014). Innerhofer è d’argento in discesa libera e bronzo nella supercombinata. E’ mancato il metallo più prezioso a una fantastica Arianna Fontana. Con a sua tripletta (un argento e due bronzi) nello short track ci ha fatti appassionare a una disciplina e fatto conoscere un bel personaggio.

Le “Cichis”, Sara Errani e Roberta Vinci, doppiste dell’anno per la terza volta consecutiva. Non contente del bis agli Australian Open iscrivono il loro nome nell’albo d’oro di Wimbledon. Roland Garros e US Open erano già arrivati nel 2012: un Career Grand Slam che fa del tennis “rosa” un esempio da imitare. Sempre in “rosa” sono i sorrisi della scherma che non delude mai. I volti d’oro sono quelli “nuovi” di Rossella Fiamingo e Arianna Errigo, contorno d’eccezione poi nell’oro del fioretto a squadre con Vezzali, Di Francisca e Batini. Un augurio, permettetemelo, per tre stelle assolute del mondo dello sport che non sono “italiane” ma proprio perché vere divinità nelle loro discipline appartengono a tutti. Muhammad Ali, Pelè e Michael Schumacher.