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Marò, il governo di New Dehli: “La giustizia indiana è libera e imparziale”

Syed Akbaruddin ha ammesso che "è difficile spiegare a che punto siamo per il semplice fatto che la questione è all’esame". Nei giorni scorsi era stato ancora una volta il presidente Giorgio Napolitano a intervenire sostenendo che "le autorità indiane hanno dato prove negative di sordità"

La giustizia indiana è libera, trasparente e imparziale”.  Il portavoce del governo indiano risponde così ad una domanda dell’Ansa sul caso dei marò. Una vicenda che “non è solo una discussione fra due esecutivi, ma è un tema all’esame della magistratura indiana” che “deve esprimersi prima che si possa andare avanti”. Nei giorni scorsi era stato ancora una volta il presidente Giorgio Napolitano a intervenire sostenendo che “le autorità indiane hanno dato prove negative di sordità”.

Syed Akbaruddin ha ammesso che “è difficile spiegare a che punto siamo (nei contatti fra i governi, ndr) per il semplice fatto che la questione è all’esame della giustizia”. E poi “mentre il governo indiano può avere un punto di vista e considerare varie opzioni, fondamentalmente questa questione è in mano alla giustizia e dovrà andare attraverso un percorso legale ed arrivare ad una decisione della magistratura affinché si possa andare avanti”.

Il portavoce ha ricordato che “giorni fa il governo italiano ha cercato di ottenere una estensione della permanenza in Italia di uno dei due Fucilieri” e che “il governo indiano non era contrario a che essa fosse concessa”. Ma comunque, ha aggiunto, “la Corte Suprema ha assunto una posizione fortemente contraria a questa richiesta, per cui i legali hanno ritirato l’istanza”. Tutto questo, ha concluso, per dire che “si deve capire che questa non è una discussione solo fra due governi, ma coinvolge la giustizia indiana che è libera, trasparente e imparziale e che si formerà una opinione indipendente su quanto è avvenuto”. 

Su caso di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone era intervenuto anche il cardinal Angelo Bagnasco, per cui la permanenza da quasi tre anni in India dei due marò  è dovuta “ad una mancanza di disponibilità da parte di chi dovrebbe dimostrarla”. “È un fatto che non comprendo – aveva detto Bagnasco da Genova -. Le situazioni sono complicate e complesse ma tre anni sono molti. Si presume che non ci sia molta disponibilità da parte di chi dovrebbe dimostrarla. E non parlo del nostro governo”.