Politica

M5s, Artini e Pinna espulsi. Faccia a faccia a casa di Grillo: “Voto non valido”

Il 68,9 per cento degli iscritti ha deciso per l'espulsione dei due deputati accusati di non aver restituito parte dello stipendio. Gruppo di consiglieri e attivisti davanti alla villa del leader dei Cinque Stelle in Toscana. Confronto con 4 deputati. Baldassarre a ilfatto.it: "Questo metodo non appartiene al Movimento"

I deputati Massimo Artini e Paola Pinna sono fuori dal Movimento 5 stelle. La lunga giornata del voto per l’espulsione dei due parlamentari finisce così: quasi il 70 per cento degli iscritti a favore dell’uscita e una delegazione di consiglieri comunali, attivisti e parlamentari sotto casa di Beppe Grillo a Marina di Bibbona, in provincia di Livorno. Chiedono un colloquio e chiedono spiegazioni al leader. “Questa votazione non è valida”, dice a ilfattoquotidiano.it Marco Baldassarre, “siamo qui per parlare con Beppe. Vogliamo capire una volta per tutte che cosa gli sta passando per la testa. Io non ho nemmeno votato: quello che contestiamo è il metodo. Questo modo di fare non appartiene al Movimento 5 stelle. Un voto fatto così è una totale presa in giro”. Sono 7 i parlamentari davanti a casa di Grillo, oltre a Baldassarre e Artini sono arrivati anche i colleghi Federica Daga, Samuele Segoni, Tatiana Basilio, Silvia Benedetti e Gianluca Rizzo.

Nel pomeriggio un piccolo gruppo aveva già incontrato il leader, ma il vero colloquio è avvenuto in serata con 4 deputati. “Il blog – dice Baldassarre – dice che Massimo non ha rispettato le regole quando in realtà ha pubblicato tutti i rendiconti. La cosa che mi lascia perplesso è il fatto che la maggior parte dei commenti fosse in favore degli espulsi, ma alla fine la votazione sia stata così schiacciante per l’uscita. Non voglio nemmeno pensare al fatto che non abbiamo una società terza che certifica il voto, ma è un altro elemento che non si può dimenticare”. Tutto questo vogliono chiedere a Grillo: “Abbiamo investito tempo, energie ed emozioni. Non possiamo veder finrie tutto così”, conclude Baldassarre. Grillo, secondo fonti dell’Ansa, avrebbe ascoltato le ragioni di chi lo ha raggiunto ma non si è mosso dalle proprie posizioni, limitandosi a dire di volersi adeguare a quanto stabilito dalle votazioni del blog. Video di Manolo Lanaro

L’M5s perde, così, due parlamentari ed incassa l’ennesima ferita: accusati di non restituire parte dello stipendio, hanno smentito mostrando i rendiconti pubblicati sui propri siti internet personali. Ma alla base dello scontro ci sarebbero le posizioni critiche. Dopo le elezioni regionali, proprio Massimo Artini in un’intervista a ilfattoquotidiano.it ha chiesto un confronto con Grillo e Casaleggio. “Hanno partecipato alla votazione di oggi 27.818 iscritti certificati“, si legge sul blog, quindi si tratta di “un’affluenza”, per così dire, di uno ogni tre iscritti.Ha votato il 69,8% degli iscritti, pari a 19.436 voti. Ha votato no il 30,2%, pari a 8.382 voti“. Una procedura di espulsione lampo, senza passare dalla sfiducia dei Meetup o dall’assemblea congiunta dei parlamentari, al contrario di quanto prevede il codice di comportamento. Il primo commento è stato quello della deputata Pinna: “E’ un’esecuzione sommaria, ma non potevano trovare un pretesto peggiore di questo. I bonifici ci sono, li trovano sul mio blog e su Facebook”.

Alla base dello scontro c’è la decisione di una parte dei portavoce M5s (sono 18 in tutto) di non pubblicare sul sito di Grillo (tirendiconto.it) le note di rimborso. “Vogliamo garanzie sulla gestione del sito e spiegazioni”, si erano giustificati nei giorni scorsi. Ma per i leader non basta. Il Movimento perde oggi due parlamentari ed incassa l’ennesima ferita. La squadra M5s a Montecitorio passa così a 102 deputati. E questa volta le polemiche rischiano di fare più male del solito. Per tutto il giorno il gruppo dei portavoce si è spaccato tra accuse e difese, e in molti hanno minacciato di lasciare il Movimento nel caso Pinna e Artini fossero effettivamente cacciati. I critici si sono riuniti nel pomeriggio e hanno cercato di delineare una strategia. Walter Rizzetto alla tv del fatto.it parla di “necessità di scissione”, ma il giorno dopo c’è da vedere chi avrà veramente il coraggio di fare il passo. Alla fine la decisione di andare sotto casa di Grillo, nella speranza di avere una risposta.

*ha collaborato Silvia Bia