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Libia, jihadisti decapitano soldato. Due autobombe a Tripoli contro ambasciate

Per la prima volta i miliziani di Ansar al Sharia, affiliati allo Stato islamico, hanno postato online il video della decapitazione del prigioniero in pieno 'stile Isis'. Nella capitale gli ordigni sono esplosi vicino alle sedi diplomatiche d'Egitto ed Emirati Arabi

Gli jihadisti tornano a seminare orrore, questa volta in Libia. Un giovane catturato mentre combatteva tra le file dell’ex generale libico Khalifa Haftar nell’est del Paese è stato decapitato. Lo riferisce il Times online. Per la prima volta i miliziani di Ansar al Sharia, affiliati allo Stato islamico, hanno postato online il video della decapitazione del prigioniero in pieno “stile Isis”. Il volontario si chiama Ahmed Muftah El-Nazihi e appare terrorizzato mentre pronuncia la dichiarazione che i membri di un gruppo jihadista, parte di Ansar al-Sharia, gli hanno fatto leggere. “Consiglio a quelli che erano con me di abbandonare le loro attività e tornare alle loro case o dovranno affrontare lo stesso destino: la decapitazione”. La sua dichiarazione è preceduta da un messaggio in cui viene spiegato che l’uccisione è una vendetta per le azioni militari condotte dalle forze di Haftar. Alcuni uomini incappucciati attorno al giovane hanno poi portato a termine la loro barbara esecuzione e mostrato la testa della vittima. Il video, ricorda il Times, è stato diffuso il giorno dopo che i cadaveri di tre giovani attivisti libici sono stati trovati vicino a Derna: avevano usato i social network per dare notizia delle violenze nella città controllata da un altro gruppo legato ad Ansar Al Sharia.

Tripoli, autobombe vicino ad ambasciate di Egitto ed Emirati Arabi
Due autobombe sono esplose vicino all’ambasciata d’Egitto e a quella degli Emirati Arabi a Tripoli. L’Egitto è stato accusato più volte di aver partecipato ai raid aerei contro le milizie filo-islamiche in Libia. Il governo del Cairo ha condannato l’accaduto, affermando che l’attentato ha danneggiato “gli storici legami di sangue” tra le due nazioni. “Gruppi terroristici stanno sfruttando la violenza per raggiungere obiettivi politici”, ha fatto sapere il ministero degli Esteri egiziano in una nota. Fin dai primi raid aerei su Tripoli, lo scorso agosto, Egitto ed Emirati arabi uniti sono stati accusati di aver messo a disposizione basi e aerei per colpire i filo-islamici a nella capitale e Ansar al Sharia a Bengasi. Le ‘rivelazioni’ di funzionari Usa, rilanciate dal New York Times, e di fonti governative egiziane, citate più di recente dal Daily Mail, sono state seccamente smentite dalle autorità del Cairo. Ieri una serie di attentati kamikaze con autobomba hanno colpito le città dell’est della Libia, dove hanno sede il governo e il parlamento riconosciuti dalla comunità internazionale. Almeno cinque le vittime, morti anche quattro attentatori.