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Muro di Berlino. Pil, fisco, lavoro: 25 anni dopo le 2 Germanie sono ancora “divise”

Secondo il rapporto annuale del governo sulla situazione del Paese, la forza economica dei land orientali resta inferiore di 1/3 rispetto all'ovest. Netto il divario tra gettiti fiscali (937 euro pro capite a est, il doppio a ovest) e tasso di disoccupazione: 10,3 % nel 2013 a est contro il 6% dell’ovest. Il Pil pro capite nella Rdt è fermo da anni al 66% del livello della parte occidentale

Il Muro è caduto 25 anni fa, ma le due Germanie sono ancora lontane. Venticinque anni dopo quel 9 novembre di euforia, entusiasmo e speranza che ha visto crollare in piena Berlino il simbolo della Guerra Fredda, i due Paesi divisi di allora hanno lasciato il posto ad uno Stato unito nelle differenze. Gli anni trascorsi dal 1989 ad oggi non sono peraltro bastati a colmare la distanza economica che separa la parte occidentale e quella orientale della Germania, stando al rapporto annuale del governo tedesco sulla situazione economica nel paese dalla riunificazione del 3 ottobre 1990, data conclusiva del processo iniziato con la caduta del Muro di Berlino, il 9 novembre 1989. “Il processo di ripresa economica dell’est è stato molto lento negli ultimi anni – ha spiegato la responsabile del governo di Berlino per le regioni orientali, Iris Gleicke – malgrado la convergenza degli standard di vita tra est e ovest sia stata un successo esiste un divario economico e nel mercato del lavoro“.

La forza economica degli stati orientali della Germania resta inferiore di 1/3 rispetto al livello registrato ad ovest ed esiste una chiara differenza tra gettiti fiscali (937 euro pro capite ad est, circa il doppio ad ovest) e tasso di disoccupazione, salito al 10,3 % nel 2013 ad est, ancora nettamente superiore a quello del 6 % dell’ovest anche se il più basso finora registrato. Tutto questo favorisce il proseguimento della migrazione interna tra la ex Rdt e la parte ovest della Germania, “una tendenza rallentata negli ultimi anni, ma che potrebbe tornare ad accelerare a medio o lungo termine”, secondo il rapporto del governo. L’andamento fotografato nel rapporto viene sostanzialmente confermato dall’Istituto di ricerche economiche Ifo di Monaco, secondo cui “la distanza tra est e ovest resta praticamente costante da 10 anni. Quasi non c’è traccia di equiparazione al livello dell’ovest”. Il Pil pro capite nella Rdt è fermo da anni al 66 % circa del livello della parte occidentale.

Le differenze non si limitano al piano economico, ma riguardano anche il giudizio espresso da una parte e dall’altra sul processo di riunificazione: positivo nel 75% dei casi ad est, solo nel 48% ad ovest secondo un sondaggio recente. Per un quarto dei tedeschi dell’ovest si è trattato perlopiù di un inconveniente, un giudizio condiviso dal 15% dei loro connazionali ad est. Nella ex Repubblica democratica tedesca, i più positivi sono stati i giovani di meno di 29 anni. Per il 96% di loro, la riunificazione è stata soprattutto un vantaggio. Pensiero condiviso dal 66% dei loro coetanei ad ovest.
Resta, per una parte dei mille tedeschi di età superiore ai 14 anni interpellati per il sondaggio Infratest Dimap, un sentimento di nostalgia rispetto ad alcune cose perse con la fine della Repubblica democratica: oltre i tre quarti degli interpellati tra i cittadini della ex Rdt sostengono che il sistema scolastico è peggiorato dopo la riunificazione. Tra gli altri punti di forza del regime comunista vengono citati anche il sistema sanitario, il welfare, e la parità uomo-donna.