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Il Sudafrica nega il vusto al Dalai Lama, annullato per protesta summit dei Nobel

Dopo il boicottaggio del World Summit of Nobel Peace, che si sarebbe dovuto svolgere dal 13 al 15 ottobre, il Congresso tibetano ha chiesto di spostare l'evento a Roma. Il vescovo di Città del Capo: "Il governo sputa in faccia a Nelson Mandela e piega la testa davanti a Pechino"

Il summit mondiale dei Nobel per la Pace, che si sarebbe dovuto svolgere dal 13 al 15 ottobre in Sudafrica, è stato annullato per protesta contro la decisione di Pretoria di negare il visto di ingresso al Dalai Lama. “Siamo orgogliose che il summit sia stato cancellato dopo che abbiamo protestato per il rifiuto del visto al Dalai Lama”, ha detto Jody Williams, premio Nobel nel 1997 per la campagna anti-mine, arrivata a Dharamsala insieme all’iraniana Shirin Ebadi

Intanto, il Congresso Tibetano ha chiesto al segretariato del World Summit of Nobel Peace che il vertice si svolga a Roma, sede del segretariato e di otto precedenti vertici. Quest’anno era stato deciso di organizzare l’incontro in Sudafrica per commemorare Nelson Mandela. È la terza volta in 5 anni che il governo sudafricano nega il visto alla massima autorità spirituale per i buddisti per timore di scontentare l’importante alleato cinese. Il Sudafrica, sotto la guida del presidente sudafricano Jacob Zuma, ha fatto una scelta diplomatica ben precisa, cercando di privilegiare le relazioni economiche con Pechino, rispetto alle questioni legate ai diritti umani, a cui erano invece più attenti i predecessori, Mandela e Thabo Mbeki.

Desmond Tutu, l’arcivescovo di Città del Capo, ha denunciato l’atteggiamento del governo accusandolo di “sputare in faccia” a Mandela e di piegare la testa davanti ai cinesi. Anche il sindaco di Città del Capo, Patricia De Lille si è detta “molto arrabbiata e delusa”. “Hanno deliberatamente imbrogliato riguardo al rifiuto di concedere il visto, dicendo di non avere ricevuto alcuna richiesta”, ha aggiunto De Lille. Dopo la revoca del 5 settembre, dieci giorni dopo i Nobel avevano inviato lettera a Zuma per chiedergli di cambiare posizione. Il segretariato del summit ricorda come la decisione sia stata presa, su sollecitazione della “maggior parte dei premi Nobel“, anche a seguito della mancata risposta del presidente.

“Capiamo che si tratta di una questione delicata – dicono i 14 premi Nobel, tra i quali anche l’ex presidente polacco Lech Walesa, il vescovo di Timor Est Ximenes Belo e Amnesty International – ma vogliamo sottolineare che sua Santità, il Dalai Lama, non ha più nessun incarico politico e parteciperà al summit solo come leader spirituale rispettato in tutto il mondo. Siamo profondamente preoccupati – concludono – del danno che verrebbe arrecato all’immagine internazionale del Sudafrica da un nuovo rifiuto di concedere il visto al Dalai Lama”.