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Ebola, il primo paziente ricoverato negli Usa “ha fatto scalo a Bruxelles”

Dalla capitale belga il soggetto si è poi diretto negli States, ma i media americani sottolineano che "non ci sono voli diretti da Bruxelles a Dallas". La persona colpita dal virus, in gravi condizioni, era andata al pronto soccorso in stato febbrile quattro giorni prima del ricovero, ma era stata rimandata a casa. Allarme nella comunità di liberiani espatriati

Il primo “caso americano” di malato di Ebola ha messo piede anche sul suolo europeo. Si tratta di Thomas Eric Duncan, ed è un uomo liberiano di circa 40 anni ora ricoverato a Dallas e in gravi condizioni, e avrebbe contratto il virus a Monrovia aiutando la figlia di una coppia di amici a recarsi in ospedale. Il New York Times fornisce una ricostruzione agghiacciante della rapida catena di eventi che hanno portato al primo caso di Ebola fuori dall’Africa.

Duncan avrebbe avuto contatti diretti con una giovane donna colpita da Ebola il 15 settembre, soltanto cinque giorni prima della partenza per gli Stati Uniti. Quattro giorni prima del ricovero si era recato in un pronto soccorso di Dallas dopo avere iniziato a stare male e aveva detto al personale di aver viaggiato di recente in Liberia. Tuttavia, l’ospedale gli consegnò degli antibiotici e lo rimandò a casa. Il paziente sarebbe arrivato dalla Liberia via Bruxelles, da dove non esistono voli diretti per Dallas.

La trasmissione del virus – Marthalene Williams si era ammalata di Ebola e la famiglia era stata costretta prendere un un taxi per portare la donna in ospedale dal momento che nessuna ambulanza era disponibile. Duncan aveva aiutato la donna, hanno detto al quotidiano americano i genitori della giovane Emmanuel e Amie Williams. Marthalene aveva le convulsioni, era incita di sette mesi, ma in ospedale non c’era posto per lei. Senza alternative che riportala a casa, la famiglia si rimise in taxi.

Tornata a casa, la ragazza è morta poche ore dopo: aveva 19 anni. Duncan era un amico dei genitori e abitava in una casa di proprietà della famiglia Williams. Sul taxi per andare in ospedale era seduto sul sedile anteriore, mentre la ragazza, suo padre e il fratello maggiore Sonny Boy stavano sul sedile di dietro. Duncan aveva poi aiutato a sorreggere Marthalene che non era più in grado di camminare. “La teneva per le gambe, mentre il fratello la reggeva per la schiena”, ha raccontato un testimone. Sonny Boy, 21 anni, ha avuto i primi sintomi del male una settimana fa, più o meno negli stessi giorni di Duncan. E’ morto durante il trasporto in ospedale. Duncan abitava nel quartiere in una camera affittata dai genitori di Marthalene e Sonny Boy e da un anno lavorava come autista per una sussidiaria liberiana di FedEx. Aveva detto ai vicini che aveva un figlio negli Stati Uniti che giocava a baseball e stava cercando di farlo venire in America.