Diritti

Servizio psichiatrico: i maltrattamenti sui degenti avranno conseguenze?

Perché nel servizio psichiatrico di diagnosi e cura pubblico ospedale Belcolle di Viterbo il 13 giugno scorso un giovane in trattamento sanitario obbligatorio (tso) legato per molte ore ad un letto della stanza numero 4 veniva aggredito, picchiato, e sottoposto a brutali sevizie nel corso della notte da un altro degente?

Perché nel servizio psichiatrico Belcolle di Viterbo, come si legge nell’esposto, un giovane ricoverato, legato e farmacologicamente sedato, può riportare fratture al naso, lesioni gravi al volto, in presenza (in assenza?) del personale medico e paramedico?

Se nella stanza numero 4, come si legge dall’esposto, due giovani venivano tenuti legati in due letti, perché nessuno vigilava sul loro stato psico-fisico evidentemente già assai compromesso?

Perché nonostante i ripetuti esposti che il presidente della Consulta locale Vito Ferrante a nome dell’associazione familiari sofferenti psichici della Tuscia hanno rivolto al:

– direttore generale della asl di Viterbo

– presidente regione Lazio

– prefetto e questore di Viterbo

– presidente e membri della commissione sanità regione Lazio,

– ministro e sottosegretario della Salute

non è accaduto nulla?

Si vuole forse far pensare a questi genitori che un giovane in trattamento sanitario obbligatorio possa essere legato, sedato e picchiato senza alcuna conseguenza?

Siamo certi che dopo la lettura di questo post e la visione del video che il giornalista di Rai Blob Fabio Masi ci ha con grande sensibilità messo a disposizione scaturiranno interrogazioni parlamentari e doverosi approfondimenti nelle sedi interessate.

Ne va della dignità del nostro Paese.