Emilia Romagna

Provincia Ferrara, nonostante stop Grillo sindaco M5S eletto con Pd-Fi-Lega

Marco Fabbri, primo cittadino di Comacchio entra nel consiglio dell'ente locale come secondo degli eletti. Il leader 5 stelle nelle scorse settimane aveva vietato ai suoi di partecipare alla consultazione

C’è anche Marco Fabbri, sindaco a 5 Stelle di Comacchio nel nuovo consiglio provinciale di Ferrara. E’ infatti risultato il secondo degli eletti nelle elezioni provinciali di Ferrara, segno evidente che molti dei consiglieri del Movimento sono andati a votare, contravvenendo al divieto del blog che aveva detto di non partecipare alle elezioni dei nuovi enti di secondo livello. Presidente, come previsto (era l’unico candidato) è il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani. Era alla guida di una lista unica ‘istituzionale’ che ha, ovviamente, eletto tutti e dodici i candidati, in prevalenza del Pd, ma fra i quali c’era anche il sindaco leghista di Bondeno Alan Fabbri e rappresentanti di Forza Italia.

Lo scorso weekend ci sono state le elezioni di secondo livello in alcune province e città metropolitane d’Italia. Effetto della riforma Delrio, le province che avrebbero dovuto essere abolite sono tornare al voto all’insaputa dei cittadini. A votare sono stati solo i consiglieri comunali e i sindaci. Gli iscritti del Movimento 5 stelle dopo una consultazione online hanno approvato la partecipazione alla città metropolitana. Invece per la questione province si è espresso direttamente il leader sul blog di Beppe Grillo dicendo che gli eletti M5S non avrebbero partecipato alla “spartizione di poltrone”. Una presa di posizione che ha creato numerose polemiche soprattutto in quelle zone dove i 5 stelle avevano possibilità di eleggere consiglieri o presidenti. Il primo caso: Livorno. Ma il sindaco Filippo Nogarin si è immediatamente allineato facendo un passo indietro: “Sarà più difficile amministrare, ma è giusto essere coerenti”, aveva commentato. Diversa la situazione a Parma. Federico Pizzarotti ha prima annunciato che avrebbe partecipato alle elezioni nonostante il “divieto M5S”, poi, sotto le pressioni della sua giunta e di molti attivisti in rete, ha deciso di rinunciare. Chi invece è andato avanti per la sua strada è il sindaco di Comacchio. E ancora non ha ricevuto scomuniche o messaggi ufficiali.