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Referendum Catalogna, il 9 novembre ci sarà la votazione. Governo: “Non si farà”

Il presidente della comunità autonoma ha indetto l'apertura delle urne, dopo che il parlamento locale aveva votato a grande maggioranza, il 19 settembre, perché i catalani avessero la possibilità di decidere sulla secessione da Madrid. Il governo centrale, però, ha già dichiarato che il voto è illegale. La costituzione spagnola prevede che le consultazioni popolari siano estese a tutti i cittadini, non solo una parte di essi

La Catalogna ha fissato per il 9 novembre la data per il referendum sull’indipendenza dalla Spagna. Lo ha comunicato il presidente della regione spagnola al confine con la Francia, Artur Mas, che sfida così il governo centrale che esclude la possibilità di un riconoscimento del voto da parte dello stato iberico, in quanto illegale. La risposta del governo iberico, per bocca della vicepresidente Soraya Saenz de Santamaria, che ha dichiarato: “”Il referendum in Catalogna non si farà perché è incostituzionale”. La costituzione, infatti, prevede che in Spagna siano permessi solo i referendum che coinvolgono tutta la popolazione con diritto al voto e non solo una parte di essa, come previsto dal referendum sull’indipendenza della Catalogna che vorrebbe alle urne solo i cittadini della comunità autonoma del nord-est della Spagna che abbiano compiuto 16 anni. Per questo motivo il primo ministro, Mariano Rajoy, ha da subito dichiarato incostituzionale un eventuale referendum catalano, dopo che, il 19 settembre, il parlamento della regione aveva votato ad ampia maggioranza (106 voti a favore e 28 contrari) per il referendum del 9 novembre.

Le rivendicazioni della Catalogna, che conta una popolazione di 7,5 milioni di abitanti, sono tornate a farsi sentire nei giorni che hanno preceduto il referendum per l’indipendenza in Scozia. “Vogliamo votare, vogliamo decidere e ora abbiamo il quadro adeguato per farlo”, ha dichiarato Mas che poi si è rivolto al governo spagnolo in riferimento proprio all’ultimo referendum concesso dal premier britannico David Cameron: “Siamo aperti alla possibilità di trattare ma non possiamo cadere in un immobilismo travestito da presunta legalità che contrasta con altri stati che parlano e lasciano parlare”. Il presidente catalano ha voluto manifestare la piena disponibilità a portare avanti un processo di crescita al fianco della Spagna, ma lo Stato centrale deve lasciare la popolazione catalana libera di esprimere la propria volontà. Delegati della Catalogna e der Paesi Baschi erano andati nello stato britannico per seguire i giorni della campagna e del voto che, però, ha visto vincere il “no” all’indipendenza che ha ottenuto il 55% dei voti. Il tentativo di Edimburgo, però, ha risvegliato i sentimenti indipendentisti di molte regioni europee e del resto del mondo, come la Catalogna, appunto, i paesi baschi, il Veneto e il Qébec.