Piacere quotidiano

Refettorio Ambrosiano, 40 chef stellati cucinano per i poveri con gli avanzi di Expo

Da un'idea di Massimo Bottura, 90 persone a pranzo e a cena potranno mangiare i menu d'autore allestiti con il cibo riciclato dei padiglioni. Non solo mensa benefica: lo spazio sarà griffato dalle opere di grandi artisti e architetti internazionali

La Milano dell’Expo 2015 avrà una mensa speciale. Si chiamerà Refettorio Ambrosiano ed avrà sede nel teatro in disuso annesso alla parrocchia di San Martino nel quartiere Greco: qui per un mese 40 grandi chef cucineranno con le eccedenze alimentari dell’esposizione milanese, per i giovani a pranzo e per i bisognosi la sera. Il progetto è nato da un’idea dello chef stellato Massimo Bottura e da Davide Rampello, già direttore della Triennale, e sarà gestito dalla Caritas ambrosiana.

«I più grandi cuochi del mondo arriveranno a Milano per mettere a disposizione la loro esperienza» dice lo chef Bottura «e per ridare vita a un luogo in disuso attraverso la valorizzazione degli avanzi di cibo». Il primo cuoco sarà Alain Ducasse, seguito da una staffetta di colleghi stranieri e italiani che si daranno il cambio nella cucina alla periferia nordest della città. Due camion della Caritas passeranno attraverso i padiglioni di Expo, recupereranno il cibo inutilizzato e lo consegneranno ai cuochi che improvviseranno il pranzo e la cena per 31 giorni durante tutto il mese di maggio.

«Questa è una denuncia forte contro lo spreco» dice Rampello «che aveva bisogno di una sede adeguata. Tramite la Caritas, siamo arrivati a questo edificio costruito negli anni 30, che verrà ristrutturato dal Politecnico di Milano e poi arricchito con 12 tavoli realizzati da grandi designer e architetti, da Cibic a Bellini, da Lissoni a Urquiola, e dalle opere donate da artisti internazionali». Ad accogliere i commensali, ad esempio, ci sarà un portale firmato da Mimmo Paladino. Il Refettorio sarà quindi non solo una mensa solidale ma anche spazio di fruizione di arte contemporanea aperto a tutti. E sarà un’esperienza stabile, promettono, che continuerà a funzionare anche oltre l’Expo.

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