Scuola

Test professioni sanitarie 2014, 85mila studenti ai test. Ma i posti sono solo 25mila

Rimarranno fuori in 60mila dopo i risultati degli esami di ammissione alle università. Anche se quest'anno c'è stato un calo del 16 per cento nelle domande. I movimenti studenteschi in favore del libero accesso allo studio hanno organizzato proteste fuori dagli atenei

Si sono presentati in 85mila ai test di ammissione universitari per professioni infermieristiche, 60mila in più rispetto ai 25mila posti disponibili. Una situazione che ha scatenato, in tutta Italia, proteste dei comitati studenteschi in favore del libero accesso allo studio. Nonostante i tanti aspiranti studenti, si è registrato un calo della domanda del 16,6% rispetto all’anno precedente.

Una corsa per l’ammissione all’anno accademico 2014/15 per le facoltà di fisioterapia, infermieristica, logopedia e ostetricia che vedrà l’ammissione di uno studente su tre in media, anche se per le facoltà più richieste, come ad esempio fisioterapia, il rapporto tra ammessi e respinti è di 1 a 12. La bassa percentuale di posti disponibili rispetto alle domande ha provocato proteste che a Palermo hanno causato il ritardo dei test. I ragazzi dei comitati studenteschi in favore del libero accesso allo studio sono riusciti a entrare all’interno delle aule in cui si svolgevano i test esponendo striscioni di protesta. Gli addetti alla sicurezza hanno messo in sicurezza le prove d’esame e fatto uscire i manifestanti.

Ai manifestanti ha risposto il rettore dell’Università di Bari, Antonio Urricchio, che ritiene il numero chiuso “un vincolo necessario per quelle facoltà dove è richiesta, ad esempio, un’attività di laboratorio, strutture di dottorato”. Nella sua università, dove si sono presentati 4mila candidati per 800 posti, “non si possono tenere migliaia di studenti in una sala operatoria, per far vedere come si fa un intervento chirurgico, o in un laboratorio per dimostrare una reazione chimica. L’importante è dare le stesse possibilità a ogni ragazzo”, ha concluso Urricchio.

Nei vari atenei sono stati messi in piedi servizi di sorveglianza per evitare brogli durante lo svolgimento della prova e ripetere quello che è successo durante i test di aprile, quando fu necessario riammettere 700 studenti che erano stati esclusi. Sempre a Bari, ad esempio, l’Università ha creato una speciale commissione di sorveglianza, allo scopo di garantire il regolare svolgimento delle procedure, e sono state installate 6 telecamere per un costo totale di 13mila euro.