Politica

Liguria, Regione blocca hospice a Levante. “Serve a Ponente”, dove il Pd barcolla

L'assessore alla Sanità e vicepresidente della giunta, Claudio Montaldo, non dà il via libera alla convenzione con la Fondazione Gigi Ghirotti, nonostante sia già tutto pronto per assistere i pazienti. L'amministrazione Burlando vorrebbe creare una struttura tra Sampierdarena e Savona, dove l'elettorato democratico è storicamente più forte e rappresenta sempre un buon serbatoio di voti in vista delle elezioni regionali del 2015, ma mancano i soldi

E’ tutto pronto. La sede, Villa Crovetto a San Bernardo, un grazioso borgo sulle alture di Bogliasco (Genova), messa a disposizione dalla parrocchia di Sori e ristrutturata con l’intervento del comune di Bogliasco e le donazioni di privati. Medici, infermieri e inservienti li fornirà la Fondazione Gigi Ghirotti, che si dedica all’assistenza ai malati terminali di cancro, di Sla e di Aids. Peccato che per aprire l’hospice – il quarto a Genova e dintorni – manchi l’ok della Regione Liguria, precisamente della Asl 3 che dovrebbe stipulare la convenzione con la Ghirotti. Il via libera non arriverà. L’assessore alla Sanità e vicepresidente della giunta, Claudio Montaldo, ha alzato la paletta rossa. “L’hospice a Levante non serve. Serve a Ponente, da Sampierdarena a Savona c’è un buco”.

E il buco resterà intatto perché in via Fieschi nessuno ha progetti, né quattrini per costruire l’hospice a Ponente. La promessa di Montaldo è scritta sull’acqua. Tale e quale l’ospedale del Ponente, un miraggio spostato come una pedina sulla scacchiera: Villa Bombrini, no la collina degli Erzelli. E se fosse nell’area dell’aeroporto? Il giochino si trascina da un decennio sulla pelle dei trecentomila e passa genovesi che vivono da Sampierdarena a Voltri e in Val Polcevera, (quartieri devastati dall’industrializzazione selvaggia degli anni Cinquanta e Sessanta); vittime designate di promesse mai mantenute. Per il mitico ospedale del Ponente, non esiste un vero progetto preliminare e tantomeno c’è un solo euro in cassa. Nel frattempo si sono chiusi gli ospedali di Pegli, Rivarolo, Bolzaneto e dunque restano in attività soltanto Sestri, Voltri, Pontedecimo oltre a Sampierdarena oberata di pazienti e sempre sul punto di “scoppiare”.

A maggio del 2015 si vota per la Regione e nel sinedrio del Pd renziano ligure ci si preoccupa di non perdere consensi a Ponente, serbatoio storico della sinistra che fu. A favore dell’hospice a San Bernardo si era espresso invece il sindaco di Bogliasco, Luca Pastorino, che è anche parlamentare del Pd. Pollice verso da Montaldo, perché l’hospice sta nella zona sbagliata. Nel Pd cento teste e mille opinioni. A conti fatti l’hospice a Levante sarebbe costato all’incirca 250mila euro l’anno e avrebbe ospitato cinque pazienti, che si sarebbero aggiunti ai 18 della struttura cittadina in Albaro (cure palliative oncologiche e cure per la Sla), ai dieci dell’hospice aperto nel 2004 presso l’ex ospedale Pastorino di Bolzaneto e ai dodici posti letto del Maragliano, creati nel 2006 all’interno dell’ospedale di San Martino.

Quaranta posti per una città di seicentomila abitanti. Fondata a Genova esattamente trent’anni fa, la Gigi Ghirotti ha un bilancio di 7 milioni e mezzo di euro. La metà è coperto dalla Asl 3 genovese, l’altra metà dalle donazioni di privati, enti, associazioni sportive e culturali. Conta su 70 operatori retribuiti, 40 negli hospice e su un centinaio di volontari. E’ intitolata ad un giornalista torinese, Gigi Ghirotti, appunto, che su La Stampa raccontò la malattia oncologica che l’avrebbe condotto alla morte, nel 1974.

Il professor Franco Henriquet, fondatore e direttore della Ghirotti, è rammaricato, ma secondo costume non alza i toni. E dice a ilfattoquotidiano.it: “Se il responsabile sanitario della Regione, Bedogni, mi avesse detto: non ci sono i soldi, né per San Bernardo e neppure per il Ponente, avrei capito. Bocciare l’hospice a Levante, già pronto a partire, e sostenere che serve un hospice a Ponente senza poi fare nulla per crearlo è una operazione miope. L’hospice di Villa Crovetto sarebbe costato la metà rispetto agli altri. La Ghirotti infatti avrebbe fornito un servizio del tutto simile all’assistenza domiciliare e di conseguenza la retta sarebbe scesa dai 250 euro al giorno per paziente a quasi la metà: 135­140 euro”.

E si arriva così ai 250mila euro l’anno di cui sopra. Henriquet rifinisce il concetto: “Nel 2013 la Ghirotti ha ricevuto 1.151 richieste di assistenza ed è stata in grado di soddisfarne 702, una percentuale pari al 61%. Il restante 39% dei pazienti è stato costretto a rivolgersi agli ospedali, che per le cure palliative ai malati terminali spendono quattro volte di più rispetto a noi”. La Ghirotti e il suo fondatore hanno incassato la solidarietà di Matteo Rosso, consigliere regionale di Forza Italia e vicepresidente della commissione sanità della Regione. Rosso ha attaccato Montaldo definendo “di gravità inaudita” il rifiuto opposto all’hospice di villa Crovetto. Rosso si è impegnato a presentare una interrogazione alla giunta. E ha chiesto ad Henriquet la disponibilità ad intervenire all’audizione della commissione sanità dedicata alle strutture per i malati terminali. Nel frattempo, Villa Crovetto funzionerà come casa di riposo per anziani. L’ala ristrutturata per accogliere l’hospice era stata inaugurata il 12 ottobre dello scorso anno dal cardinal Angelo Bagnasco e dal governatore ligure, Claudio Burlando. Ma si sa, tutto scorre, tutto passa. Anche sul placido mare di Genova.