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Iraq, fonti curde: “Uccisi da Isis altri 80 yazidi, 200 rapiti”. Primi aiuti italiani

La nuova strage nel villaggio di Kocho, circa 20 chilometri a sud di Sinjar, una delle zone in mano allo Stato islamico. Nelle ultime settimane in Siria, denuncia l'Osservatorio dei diritti umani, i jihadisti hanno ucciso 700 membri della tribù Chaitat. Intanto sono atterrati nel Nord dell'Iraq gli aerei militari con i generi di prima necessità inviati da Italia e Germania. Venerdì il Consiglio di sicurezza Onu ha adottato una risoluzione che chiede il disarmo immediato e lo scioglimento dell'Isis e del fronte Jabhat al-Nusra

Una nuova strage nel nord dell’Iraq, poco prima dell’arrivo degli aiuti italiani e tedeschi alla popolazione e nel giorno in cui il Consiglio di sicurezza dell’Onu chiede lo scioglimento dello Stato islamico. Almeno 80 yazidi sono stati uccisi venerdì da miliziani dell’Isis, che hanno rapito un gruppo di 200 tra donne e bambini yazidi nel villaggio di Kocho. Lo riferisce l’agenzia di stampa Xinhua, che cita fonti di sicurezza curde. Venerdì sera la Cnn, citando come fonti alcuni funzionari del governo curdo e un leader religioso degli yazidi, aveva riportato la notizia dell’attacco compiuto nel villaggio dal gruppo estremista, aggiungendo che erano stati uccisi almeno 80 uomini ed erano state fatte prigioniere oltre 100 donne, che sarebbero state portate nelle città settentrionali di Mossul e Tal Afar. Sabato mattina la notizia è stata confermata da un deputato yazida e da fonti delle forze di sicurezza curda. Kocho, circa 20 chilometri a sud di Sinjar, si trova in una zona in mano all’Isis alla quale i giornalisti non hanno accesso. Secondo il parlamentare yazida Mahma Khali i combattenti dello Stato islamico assediavano il villaggio da giorni e avevano dato ai residenti una scadenza per convertirsi all’islam. Ma la furia dei jihadisti dell’Isis non risparmia nemmeno la Siria. Nel paese sconvolto dalla guerra civile, i miliziani hanno ucciso nelle ultime due settimane oltre 700 membri della tribù Chaitat, che si ribellano alla loro autorità nell’est. Lo rende noto l’Osservatorio siriano dei diritti umani (Ondus). Tra le vittime, si precisa, cento sono combattenti e il resto civili, uccisi nella provincia di Deir Ezzor.

Intanto sempre nella mattinata di sabato è atterrato il primo volo della missione italiana a sostegno alle popolazioni del Nord dell’Iraq. “Aiuti umanitari cooperazione italiana a Erbil, Iraq, con C130 Aeronautica militare. Primo volo atterrato”, ha scritto su Twitter l’ambasciatore italiano a Baghdad Massimo Marotti. “Il secondo volo atterrerà questa sera alla presenza di autorità regionali e di organi di informazione”, ha fatto sapere l’ambasciata. “L’operazione, annunciata dal ministro degli Affari esteri, Federica Mogherini, e dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, è stata coordinata dai due ministeri e prevede il trasporto di 50 tonnellate di acqua e cibo, 200 tende da campo e 400 sacchi a pelo“. “L’ambasciata d’Italia a Baghdad ha assicurato il raccordo tra le strutture operative italiane, il governo federale iracheno e il governo regionale del Kurdistan per consentire l’arrivo del convoglio aereo nei tempi e nelle modalità previsti. Gli aiuti italiani saranno distribuiti in varie località del Kurdistan iracheno con l’ausilio del governo regionale curdo, di Ong italiane e del sistema Onu”. E’ arrivato a destinazione anche il primo aereo di aiuti partito dalla Germania: a bordo oltre sei tonnellate di rifornimenti, alimentari ma anche altri generi di prima necessità. Il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, in visita a Baghdad, ha annunciato che la Germania fornirà all’Iraq oltre 24 milioni di euro di aiuti.

Venerdì sera, poco prima che il premier iracheno uscente Nuri al-Maliki accettasse di dimettersi, il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha adottato all’unanimità una risoluzione che chiede il disarmo immediato e lo scioglimento dello Stato islamico, del fronte Jabhat al-Nusra in Siria e delle altre formazioni legate ad al-Qaeda. La risoluzione impone inoltre sanzioni a sei uomini per avere reclutato e finanziato combattenti stranieri per Siria e Iraq. Si tratta della misura più concreta e più estesa adottata finora dal Consiglio a fronte dell’avanzata dello Stato islamico. A Bruxelles si è tenuta poi una riunione straordinaria del Consiglio dei ministri europei degli Affari esteri, presieduta dall’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune Catherine Ashton. Oltre a ribadire, come si legge nelle conclusioni dell’incontro, “seria preoccupazione per il deterioramento della situazione” in Iraq e “condannare con la massima fermezza gli attacchi perpetrati da Isis e altri gruppi associati armati”, il Consiglio “accoglie con favore la decisione da parte dei singoli Stati membri di rispondere positivamente alla richiesta delle autorità regionali curde di fornire urgentemente materiale militare“. La partecipazione dell’Italia alla fornitura di armi, ha sottolineato però il ministro Mogherini, sarà subordinata al via libera del Parlamento. Il presidente della commissione Difesa al Senato Nicola Latorre ha fatto sapere le commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato sono convocate per il 20 agosto alle 12,30 “per condividere le iniziative decise dai ministri degli esteri Ue nel vertice di ferragosto sull’Iraq”. 

Testimoni hanno riferito che in queste ore raid aerei stanno colpendo la zona della diga di Mossul, sul fiume Tigri, nel nord dell’Iraq, sotto il controllo dello Stato islamico dallo scorso 7 agosto. Al momento non è chiaro se si tratti di attacchi portati avanti dall’aviazione irachena o da quella degli Stati Uniti, che la scorsa settimana hanno avviato attacchi per fermare l’avanzata dell’Isis nel nord dell’Iraq.